Il malore di Bersani e l’ascesa di Renzi al governo: lo psicodramma del Pd svelato in un bel romanzo

venerdì, 11 settembre 2015

Pubblicato dalla piccola casa editrice Alba, rischia di passare inosservato l’appassionante romanzo “La Guarigione” di Antonio Martini che ho appena finito di leggere, come si suol dire, d’un fiato, senza riuscire a interrompermi. Ne raccomando caldamente la lettura non solo ai militanti del Pd (renziani e antirenziani) o ai residuali appassionati delle vicende politiche italiane. Ho trovato infatti notevole la capacità dell’autore (che non conosco, ma so che di mestiere ha fatto l’addetto stampa di un ministro e ora si occupa di comunicazione per la Cgil) di scavare dentro lo psicodramma di una classe dirigente, nella sfera intima dove i percorsi di carriera, le dinamiche del potere, le visioni anche più nobili dell’interesse pubblico, s’intrecciano con la fragilità umana dei protagonisti.
La vicenda ruota intorno al grave malore che colpisce il Vecchio Segretario, alias Pierluigi Bersani, dopo l’amara sconfitta politica subìta nel 2013 e la conseguente marcia trionfale del Giovane Segretario vincitore delle primarie. In quella stanza d’ospedale, dove passano a trovarlo un imbarazzato Giovane Segretario e l’amico Presidente del Consiglio, alias Enrico Letta, l’infermo comprende che sta per scattare il colpo di mano con cui Renzi, dopo il partito, si prenderà anche Palazzo Chigi. Altro che “#enricostaisereno. Questo passaggio diviene il trauma supplementare che lo assilla, nei giorni in cui è costretto a interrogarsi sul proprio fallimento e sulle scelte di vita che lo attendono: pensionato anzitempo? Sopravvissuto senza futuro?
Intorno a queste figure pubbliche ruotano altri personaggi facilmente riconoscibili: il Traditore che appena diventato parlamentare grazie a Bersani passa con Renzi, la Giapponese con cui ha una relazione indisponibile a adeguarsi al nuovo corso del partito, la moglie di Bersani, il suo amico di sempre, la compagna infermiera, i militanti coinvolti in un passaggio cruciale che per loro è anche uno psicodramma. Sovrastati dalla memoria di Berlinguer (scena di sesso dopo la visione del documentario di Veltroni) sono chiamati a interrogarsi sul loro bisogno di vincere -per quale causa, con quali convenienze?- e sui conti regolati in ritardo con il passato remoto comunista. “La Guarigione” scorre veloce e affilato rivelando notevoli capacità di scrittura dell’autore, sicché ci convince anche quando osa immedesimarsi nelle riflessioni private di un Bersani convalescente sugli errori compiuti. Fornisce dunque una interpretazione politica del passaggio più imbarazzante, il siluramento di Letta, attraverso cui il Pd comincia forse anche una rivoluzione antropologica o, se preferite, uno snaturamento. Un buon romanzo scende più nel profondo dei retroscena giornalistici. Lo riconosce, nella postfazione, anche l’ex portavoce di Bersani, Chiara Geloni.

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