Il vero volto dell’Europa: gli scafisti che lucrano sui profughi siamo noi

sabato, 12 settembre 2015

Leggo senza stupore alcuno le dichiarazioni della console onoraria di Francia a Bodrum, Francoise Oldray: “Perché non dovrei vendere gommoni e giubbotti salvagente ai profughi siriani? Non lo facessi io, nel mio negozio, lo avrebbero fatto altri…”. Ha perfettamente ragione, incarna lo spirito commerciale dell’Europa, e il sacro principio del libero mercato. Nè più né meno come gli scafisti, ai quali il governo da lei degnamente rappresentato nella località balneare turca, ha da tempo concesso il monopolio sulle rotte mediterranee dei fuggiaschi.
Anche i camionisti e i proprietari di furgone italiani fermati dalla polizia in Inghilterra o in Ungheria con il loro carico di migranti stipati come merci, ci rappresentano degnamente. Solo norme astruse li costringono a fornire versioni di fantasia sul loro operato: “Sono entrati di nascosto”, oppure “Li aiuto gratis per solidarietà”.
Con la brutta crisi economica che c’è -direbbe Salvini- non vorrete mica togliere a questi nostri poveri connazionali anche quel po’ di reddito in nero derivante dal commercio di umani in fuga?

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