L’amarezza di Cècile Kyenge: possibile addio al PD per il voto che ha salvato Calderoli dall’accusa di istigazione razziale

giovedì, 17 settembre 2015

EDIT: Dopo l’intervista a “La Repubblica” Cècile Kyenge ha precisato che, nonostante l’amarezza e il problema posto dal voto su Calderoli, rimarrà nel “PD” perchè è casa sua.

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Sono triste e amareggiata, ma no, non lascio il PD perché è casa mia. E’ chi ha sancito con il voto di ieri che il razzismo non è reato a doversi interrogare. Mi aspetterei dal mio partito una seria riflessione sull’esito e significato del voto di ieri al Senato, un voto nemmeno concepibile in Europa e impossibile da spiegare quanto a coerenza con i nostri valori. La base del partito invece una risposta a quel voto la sta dando: ringrazio per l’immensa solidarietà il popolo e i tantissimi circoli PD che mi hanno espresso in queste ore la loro vicinanza con grandissimo affetto. Sono loro che mi confermano nell’andare avanti e ?#?IoVadoAvanti? perché ?#?ilrazzismoèancorareato?

Posted by Cécile Kyenge Kashetu on Giovedì 17 settembre 2015

Cècile Kyenge pensa a lasciare il Partito Democratico. L’ex ministro e attuale europarlamentare si è dichiarata particolarmente amareggiata e delusa, dopo che la formazione politica in cui milita da molti anni ha fermato  l’accusa di istigazione razziale per Roberto Calderoli. Il leghista aveva definito “orango” la Kyenge ai tempi in cui era ministro del governo Letta. Un’espressione oltremodo oltraggiosa e volgare, che era costata a Calderoli un’indagine della magistratura. Il Senato della Repubblica ha autorizzato i giudici a inquisire il vicepresidente leghista per diffamazione, ma non per istigazione razziale. La delusione di Cècile Kyenge è profonda, ed è esternata in un’intervista a “La Repubblica” di giovedì 17 settembre 2015 realizzata da Tommaso Ciriaco.”I  parlamentari del Pd che hanno votato così dovranno risponderne alla propria coscienza.  Una scelta grave, perché è un caso di razzismo “. L’amarezza dell’europarlamentare va oltre il suo caso specifico. ” Non polemizzo, ma una domanda a quelli del mio partito che hanno votato così voglio rivolgerla: si sono interrogati sul serio sull’effetto che avrà questo voto, da domani? Con che coraggio potremo trasmettere il valore di custodi dei diritti ai giovani?”. Per Cècile Kyenge, sollecitata da Tommaso Ciriaco, sarebbe possibile anche dire addio al PD. ” Le posso dire che dipende dai comportamenti dei prossimi giorni”. Per ora solo la delegazione del gruppo al Parlamento europeo ha espresso solidarietà nei suoi confronti, e l’ex ministro si augura una presa di posizione del segretario del PD, Matteo Renzi.

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