Dietro alla cautela dei giornali c’è la coda di paglia dei concorrenti di Volkswagen?

mercoledì, 23 settembre 2015

Il caso Volkswagen è trattato con estrema cautela dai maggiori giornali italiani. Mentre la stampa di destra si scatena contro la Merkel e i “maestrini” tedeschi colti in fallo, “Corriere”, “Il Sole” e “La Stampa” scelgono una linea molto più prudente. Questi quotidiani sono legati al gruppo FCA o a Confindustria, e l’industria automobilista ha un peso ancora molto rilevante nella nostra economia. Il software che manipolava i valori dei gas di scarico durante i test era una pratica diffusa in Europa? Il sospetto è corroborato dalla risposta che ha dato il governo tedesco a un’interrogazione dei Verdi, in cui il ministero federale dei Trasporti rimarcava di esserne a conoscenza, ma di condividere l’opinione della Commissione UE sul suo pressoché nullo utilizzo. L’Epa, l’agenzia federale degli USA che tutela l’Ambiente, ha mostrato come invece questa convinzione fosse falsa, quantomeno nel caso della più grande azienda automobilistica europea. Come spiega “La Repubblica”di mercoledì 23 settembre 2015,  il caso Volkswagen è nato dopo che all’Epa sono stati segnalati ben 12 modelli di case automobilistiche che alteravano i loro gas di scarico. Volkswagen, dopo diversi mesi di indagini dell’Epa, ha ammesso di aver installato il software manipolatorio sulle vetture destinate al mercato USA, ma sembra davvero improbabile che tutti i 12 modelli fossero prodotti dall’azienda tedesca. Al momento non si sa quali siano, ma ciò che è certo, e questo spiega la cautela dei quotidiani italiani, è che lo scandalo potrebbe avere conseguenze rilevanti su uno dei settori più importanti dell’economia europea. L’industria automobilistica tedesca è uno dei motori dell’eurozona, per la sua forza nell’export e per il suo enorme indotto, e un crollo di Volkswagen spaventa anche i suoi concorrenti, inquieti per un possibile coinvolgimento.

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