Francesco Seghezzi, responsabile della comunicazione di Adapt, l’associazione di studi sul lavoro fondata da Marco Biagi, ha twittato questo interessante grafico tratto dal Documento di economia e finanza. Nel Def del governo si può notare come la maggior parte della ripresa occupazionale registrata in Italia riguardi perlopiù la coorte di persone con età superiore ai 55 anni.
Nel DEF chiarissimo grafico su chi sono i nuovi occupati in Italia: gli over 55. pic.twitter.com/adnzRpHaFE
— Francesco Seghezzi (@francescoseghez) 2 Ottobre 2015
Il grafico del Def riguarda i dati non destagionalizzati fino al secondo trimestre del 2015. Gli ultimi aggiornamenti dell’Istat, più positivi sul recupero occupazionale, hanno comunque evidenziato una simile tendenza. Più che il Jobs Act al momento sembra contare la riforma Fornero, che ha allungato la vita lavorativa di molte persone. In Italia, durante le due recessioni, sono state distrutti più di un milione di posti di lavoro. Dalla seconda metà del 2013, quando la nostra economia ha smesso di contrarsi in modo rilevante pur rimanendo stagnante fino all’inizio di quest’anno, è stata invece generata nuova occupazione. Prevalentemente a tempo determinato, con part-time involontario e riduzione anche significativa delle ore lavorate. Come rimarcato dal sito Vincitori e vinti sui dati Istat di settembre 2015, si osserva che dal 2008 il numero d’occupati con orario di lavoro pari o superiore a 40 ore settimanali è diminuito d’oltre un milione e mezzo d’unità. Questa diminuzione di posti di lavoro (a tempo pieno) è stata in parte recuperata da occupati con orari di lavoro ridotti, spesso significativamente ridotti… Emerge la crescita esponenziale del numero dei sottoccupati e dei part time involontari che sono passati, rispettivamente, a 784 mila dai 250 mila precedenti la crisi, e da 1,2 milioni a 2,7 milioni circa.