L’ostentata confidenza di Renzi con Verdini: “Sono sicuro che si diverta quando lo descrivono come un mostro”

sabato, 3 ottobre 2015

Matteo Renzi ha concesso una lunga intervista a “La Repubblica” di sabato 3 ottobre, in cui ha trattato i principali temi dell’agenda politica italiana. Uno dei passaggi invero più curiosi è l’ostentata confidenza verso Denis Verdini. Il senatore ex Forza Italia, attualmente caratterizzato anche da un discreto casellario di rinvii a giudizio per truffa e corruzione, ha promosso un nuovo gruppo parlamentare, Ala, per far da stampella al governo, e smarcarsi dalla minoranza di sinistra del Partito Democratico. Il soccorso di Denis Verdini è arrivato sulle riforme costituzionali, ma gli stessi componenti di Ala ormai dichiarano il loro avvenuto ingresso nella maggioranza composta da PD e centristi. Matteo Renzi, non curandosi dell’evidente impopolarità di un’operazione scilipotesca,ironizza sulla trasformazione mediatica della figura dell’ex coordinatore del Popolo della Libertà. ” Verdini ormai è diventato il paravento per qualsiasi paura. Tutti lo evocano anche vedendolo dove non c’è: ormai è raffigurato come una sorta di mostro di Lochness nostrano, e credo che questa definizione lo faccia sorridente e contento come non mai”. La consueta esibizione di forza nei confronti delle critiche verso il governo, anche se il presidente del Consiglio rivendica la sua volontà di tenere unito il PD. “Nel PD c’è ancora qualcuno che forse non ha ancora elaborato a pieno il lutto del congresso. Siamo quasi a metà della mia segreteria: tra breve chiunque potrà metterla in discussione e vincere il congresso” è l’unica frase un po’ sferzante nei confronti della minoranza, in realtà elogiata per la lealtà e per l’apertura al confronto nel merito delle riforme costituzionali. Toni molto diversi rispetto al recente passato, quando sui giornali la votazione sul Ddl Boschi era spesso descritta come una sorta di battaglia all’ultimo colpo tra attuale e vecchio leader del PD, Renzi contro Bersani. La puntura di spillo più polemica riservata a una figura di centrosinistra è la bocciatura, secca, della proposta di Romano Prodi sulla Siria. Sui dossier esteri il presidente del Consiglio, al netto della retorica contro “i burocratici” di Bruxelles, è cauto e moderato, e lo rivendica anche in questo caso in merito alla strategia da tenere su Assad. Sulla prossima manovra di stabilità Renzi apre a novità positive, rivendicando l’aspetto di giustizia sociale dell’abolizione della tassa sulla prima casa, e negando i tagli alla Sanità.

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