Portogallo, alle elezioni vince il centrodestra pro Troika, ma la sinistra ha la maggioranza in Parlamento

lunedì, 5 ottobre 2015

Pedro Passos Coehlo, il premier conservatore del Portogallo eletto nel 2011, è stato uno dei più fedeli alleati di Angela Merkel durante l’eurocrisi, strenuo difensore dell’austerità come strategia per combattere la crisi del debito sovrano. Il suo governo è stato spesso indicato come un modello dalla Troika, visto che il Portogallo è riuscito a uscire dal programma di assistenza finanziaria più brillantemente rispetto alla Grecia. Alle elezioni di domenica 5 ottobre 2015 Pedro Passos Coelho è forse riuscito a diventare il primo premier a esser confermato dopo quattro anni di recessione e rigore, ma difficile parlare di vittoria. La coalizione di governo, formata dai socialdemocratici (che però sono affiliati al Ppe di Merkel e Sarkozy) e dai conservatori ha perso 12 punti rispetto alle elezioni del 2011.

I socialisti di Antonio Costa hanno conseguito un risultato deludente, poco sopra il 32%, in leggero miglioramento rispetto al disastroso esito delle scorse legislative. Ha brillato il Blocco di sinistra, formazione vicina a SYRIZA e Podemos, che ha quasi raddoppiato i voti superando il 10%. Insieme alla coalizione tra comunisti e verdi la sinistra radicale ha quasi il 20% dei voti. All’Assemblea della Repubblica, il Parlamento monocamerale del Portogallo, c’è quindi una maggioranza di sinistra, anche se le differenze programmatiche tra socialisti e forze radicali rendono molto improbabile la formazione di un esecutivo progressista. Il leader socialista Antonio Costa ha escluso questa ipotesi, dopo l’apertura fatta dai due partiti di sinistra. Più probabile una grande coalizione, sponsorizzata dal presidente della Repubblica portoghese come gradita a Bruxelles, oppure la formazione di un governo di minoranza guidato da Passos Coelho. L’austerità non ha vinto a Lisbona come titolato da diversi media in base ai primi dati degli exit poll, ma non ha nemmeno perso. Altre considerazioni nell’analisi fatta per Giornalettismo.

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