Il prevedibile flop della missione UE contro gli scafisti

venerdì, 9 ottobre 2015

EU-Navfor Med è la missione decisa dai Paesi UE per combattere gli scafisti. Avviata 108 giorni fa, è guidata da un ammiraglio del nostro Paese, Enrico Credendino, che ieri ha illustrato i risultati di questa operazione in un’audizione presso il comitato Schengen della Camera dei Deputati. Il nostro Paese ha stanziato 26 milioni di euro per pattugliare il Mediterraneo, insieme alle altre 21 Nazioni UE che vi partecipano. L’Unione europea ha messo a disposizione 12 milioni di euro per gestire le spese organizzative, mentre i costi per i mezzi utilizzati sono in capo agli Stati Membri. Gli scafisti arrestati sono stati 16, un numero certo esiguo, così come il dato di quelli individuati, solo 22. Di fronte a questi numeri piuttosto chiari sullo scarso successo della missione, l’ammiraglio Credendino ha rimarcato come gli sbarchi verso l’Italia siano diminuiti. Ora il 70% dei migranti che arrivano in Europa segue la rotta dei Balcani, mentre prima erano circa il 50%. La rotta centrale, quella dalla Libia verso l’Italia, che è anche la più pericolosa visti i tanti chilometri di mare da percorrere. Secondo l’ammiraglio questo il dimezzamento degli arrivi, dato percentuale e non assoluto, è diminuito grazie alla missione, anche se la crisi dei migranti siriani difficilmente può essere attribuita a una missione UE completamente “sdentata” nei suoi obiettivi di contenimento del traffico dei migranti. Per perlustrare i mari e bloccare le imbarcazioni in partenza dalle coste africane servirebbe l’autorizzazione dell’Onu, al momento non arrivato, e che difficilmente sarà concesso. Le 3 mila vita salvate dalla missione UE , rivendicate come un successo dall’ammiraglio Credendino, sono una bellissima notizia ma in piena contraddizione con il mandato dell’UE, che non è quello di salvare esistenze umane, ma di fermare gli arrivi.

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