Cosa farà Ignazio Marino dopo le dimissioni

lunedì, 12 ottobre 2015

Ignazio Marino è arrivato questa mattina in Campidoglio per consegnare la lettera di dimissioni nelle mani del presidente del consiglio comunale di Roma. Da oggi lunedì 12 ottobre inizia la finestra temporale che porterà al decadimento dell’amministrazione entro il 2 novembre. L’elezione diretta del sindaco prevede lo scioglimento di giunta e consiglio in caso di dimissioni, entro un arco temporale di 20 giorni in cui il primo cittadino ha diritto a ritirare l’atto. Che Ignazio Marino ci ripensi appare improbabile: il sindaco ha dimostrato di avere più consenso di quanto probabilmente pensassero i big del PD, ma la sua maggioranza è ormai definitivamente implosa. Un eventuale passo indietro provocherebbe solo un ulteriore logoramento dello stesso Marino, a meno di improbabili ripensamenti del PD romano guidato da Matteo Orfini. Le prospettive per il futuro appaiono oltremodo incerte. Matteo Renzi ieri ha confermato le primarie per Roma nel suo intervento a “Che tempo che fa” di Fabio Fazio, anche se la speranza dei Democratici è la sintesi su un nome autorevole che le eviti. Le prossime comunali si annunciano particolarmente difficili per il partito che, in diverse forme, governa la capitale da più di 20 anni, a parte l’interludio di Alemanno. Lo scandalo di Mafia capitale e il degrado percepito dalla maggioranza dei romani hanno reso sempre più impopolare il PD. La battaglia di Ignazio Marino per la legalità sembra aver attecchito solo in una minoranza di romani, anche se potenzialmente non irrilevante. Per questo motivo diversi quotidiani ipotizzano che l’ormai ex sindaco possa partecipare alle prossime amministrative con una lista civica, magari appoggiata da altre formazioni di sinistra. Uno scenario che si realizzerebbe però probabilmente solo se la procura di Roma non aprirà un’indagine sul caso degli scontrini.  Alle scorse comunali la civica di Marino aveva conseguito un buon  7%, in appoggio al PD e al resto della coalizione. Il sindaco di Roma dovrebbe però lasciare il Partito Democratico per tentare una simile candidatura,  che certo metterebbe in gravi difficoltà il centrosinistra locale così come nazionale. La prossima tornata amministrativa si annuncia particolarmente complessa per il PD di Matteo Renzi. Dopo la flessione delle ultime elezioni, con il calo alle regionali e la sconfitta nella maggior parte dei ballottaggi delle comunali, le consultazioni a Roma, Napoli, Milano, Torino, Bologna e Cagliari sono quasi tutte caratterizzate da numerosi problemi locali.  A Milano la mancata ricandidatura di Pisapia e il recupero della Lega al Nord rendono la partita aperta, mentre a Napoli al momento l’unico candidato del PD appare Bassolino. A Bologna la sinistra si staccherà probabilmente dal sindaco democratico Merola, piuttosto impopolare in una città dove i 5 Stelle potrebbero regalare una sorpresa. A Cagliari invece il sindaco di Sel Massimo Zedda si potrebbe ripresentare, e il PD dovrebbe scegliere se appoggiare il primo cittadino di un altro partito, e di un’altra fase politica, oppure provare a conquistare la città contro di lui.

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