Raffaele Cantone ha definito “una scelta sbagliatissima” l’aumento della soglia di pagamenti in contanti a 3 mila euro proposta dalla nuova legge di Stabilità. Il presidente dell’Anticorruzione ha rimarcato come questa misura in sè non sia così utile per fermare l’evasione fiscale, ma come l’Italia abbia bisogno di stabilità normativa su questa materia. ” “Non credo che l’aumento sia di per sé sbagliato, è l’essere arrivati a 500 e risalire a 3mila che dà l’impressione che purché si spenda, va bene. La questione è che ogni anno le norme vengono sistematicamente cambiate, ma non si può fare questo solo per risolvere problemi di bilancio. la lotta all’evasione ha bisogno di una stabilità normativa, di scelte chiare e continue, non di sali e scendi”. Le parole di Raffaele Cantone, una delle nomine più rilevanti del governo Renzi, sono uno degli interventi più autorevoli nella polemica in merito all’aumento della soglia del contante proposta dalla legge di Stabilità. Nel corso degli anni il tetto massimo al pagamento con le banconote cartacee è stato continuamente abbassato, fino alla soglia dei 1000 euro decisa dal governo Monti per dare un’ulteriore stretta contro l’evasione fiscale. Difficile oggettivamente stimare quanto questa normativa sia stata efficace, visto che gli studi sul mancato pagamento delle tasse contengono notevoli margini di incertezza. L’esecutivo ha però deciso di aumentare i pagamenti in contante anche per stimolare i consumi, come è stato spiegato da più esponenti del governo, incappando in qualche contraddizione. Solo l’anno scorso il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan aveva spiegato alla Camera come “la scelta di limitare la circolazione del contante e di procedere ad un progressivo abbassamento della soglia, è motivata dall’esigenza di fare emergere le economie sommerse in considerazione del vasto utilizzo di tale modalità di pagamento in Italia e alla necessità di aumentare la tracciabilità delle movimentazioni finanziarie per contrastare il riciclaggio dei capitali di provenienza illecita; l’evasione e l’elusione fiscale”.