La guerra mondiale dei kamikaze contro gli inermi, per la prima volta l’Apocalisse sul suolo europeo

sabato, 14 novembre 2015

Nel dolore che proviamo davanti al massacro di Parigi, e anche nella paura -diciamolo- sulla nostra vulnerabilità davanti a una tale aggressione terroristica, ricordiamo che è facile. Sì, per quanto sofisticata possa sembrare, l’azione simultanea di commandos contro la popolazione civile inerme riunita allo stadio, in discoteca, al ristorante, è una vigliaccheria facile da perpetrare, quando hai deciso che sei pronto a suicidarti.
Gli uomini-bomba sono la novità sconvolgente in cui una capitale europea s’imbatte per la prima volta. A Gerusalemme, Beirut, Ankara, Bagdad li conoscono già bene. A Parigi, Roma, Londra pensavamo forse che non arrivassero?

 


Di questi uomini-bomba votati a morire, anche la nostra società ne produce. Ho tra le mani il volantino diffuso nei cosiddetti “quartieri sensibili” ad alta immigrazione musulmana dal Ministero degli Interni francese, dove si raccomanda alle famiglie di segnalare subito alle autorità competenti eventuali sintomi di “jihadismo” riscontrati sui figli adolescenti. Tra i vari segnali cui prestare attenzione, vi sono le “allusioni frequenti alla fine del mondo”. Ragazzi che si immolano considerandosi giustizieri divini venuti a provocare l’Apocalisse.
Ora che la nostra vita quotidiana è messa a repentaglio, siamo tutti coinvolti in una sfida che sarà culturale prima ancora che militare.

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