Trovo mortificanti i titoli di molti giornali odierni che presentano uno dei terroristi suicidi di Parigi come “rifugiato siriano”. Già si delinea una propaganda subdola tendente ad associare i fuggiaschi richiedenti asilo ai carnefici da cui stanno fuggendo. Anzichè provare un moto di comprensione nei confronti dei perseguitati, ora che subiamo anche noi una parte delle sofferenze loro inflitte, cerchiamo un alibi ulteriore per respingerli.
Ho trovato bello il tweet di Carlotta Sami, portavoce dell’UNHCR, che al contrario associa due fotografie scattate l’una a Lesbos in Grecia e l’altra venerdì notte tra i feriti di Parigi. Ci mostrano le operazioni di soccorso per un bambino naufrago e per un ostaggio sopravvissuto. Il titolo è: “Coperti con gli stessi teli. Sopravvissuti allo stesso terrore. Europa”.
Coperti con gli stessi teli. Sopravvissuti allo stesso terrore. Europa. pic.twitter.com/CjAsJTNzGo
— Carlotta Sami (@CarlottaSami) 14 Novembre 2015