La scuola di Varese e la psicosi islamica strumentalizzata dagli imprenditori della paura

venerdì, 20 novembre 2015

Nei giorni scorsi molti giornali hanno ripreso un fatto, che ormai si potrebbe definire bufala, successo all’ITC Daverio di Varese. Sei alunni sono usciti dall’aula durante il minuto di silenzio chiesto dal ministro dell’Istruzione Giannini in tutte le scuole. All’inizio un giornale locale, poi ripreso da tutti i siti nazionali, ha raccontato questa storia parlando di sei alunne musulmane, con tanto di “sospetti” sulla loro simpatia per i terroristi. Una versione fornita da un assessore della città, leghista, al prefetto di Varese. La preside dell’istituto, Nicoletta Pizzato, ha invece fornito una ricostruzione completamente diversa. Sei ragazzi, di diversa nazionalità, hanno chiesto al loro insegnante come mai si commemorassero solo le vittime di Parigi e non le persone morte in altri attentati terroristici, citando come esempio il Metrojet russo abbattuto da una bomba collocata dall’ISIS. Una domanda magari forzata, e sbagliata, visto che una commemorazione di una tragedia non esclude un ricordo di altri morti caduti in simili circostanza.

Un dubbio però che si può anche comprendere vista l’età dei ragazzi: sono quindicenni, e hanno diritto di crescere facendo errori. Questo piccolo caso è stata opera di una forte attenzione mediatica e una rilevante strumentalizzazione politica, lanciata  da Matteo Salvini.

Serve davvero cavalcare la psicosi contro gli islamici? Se si vuole contrastare il terrorismo la risposta è no.

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