Dopo gli attentati di Parigi è stato affermato più volte, nel dibattito pubblico, come l’Italia o l’Occidente vendano le armi all’ISIS. In realtà, a quanto analizzato finora, le analisi svolte finora non sembrano confermare questa tesi. Sicuramente è vero che il Medio Oriente sia pieno di armi di diversa fabbricazione, ma l’ISIS appare combattere con un arsenale alquanto composito. La provenienza principale delle armi dei jihadisti, almeno nello studio svolto da CAR sull’assalto a Kobane, è quella degli eserciti siriani e iracheni, depredati dall’ISIS dopo le loro vittorie militari. Un caso sintomatico riguarda i pochi M16 a loro disposizione: ci sono poche munizioni disponibili, e di conseguenza questi fucili mitragliatori non sono utilizzati dalle truppe del sedicente califfato. Altre considerazioni nel pezzo scritto per Giornalettismo.