Il Sukhoi Su-24 abbattuto da due F16 dell’aviazione turca si trovava all’interno dello spazio aereo siriano quando è stato colpito. Lo ha rivelato a Reuters, la più importante agenzia di stampa del mondo, una fonte anonima dell’esercito americano. Secondo i dati a disposizione del Pentagono la scia di calore lasciata dal caccia confermerebbe quanto affermato dal presidente russo, ovvero che l’aereo sia stato abbattuto quando si trovava in Siria, e non in Turchia. I dati però confermerebbero la denuncia della violazione territoriale subita dal governo di Ankara, visto che per diversi secondi il Sukhoi avrebbe abbandonato lo spazio aereo siriano. Questa informazione, e il modo in cui trapela, sembra indicare la volontà degli Usa di derubricare l’episodio, oggettivamente molto grave dal punto di vista delle relazioni internazionali, a incidente tra due Paesi. Altre considerazioni nel post che ho scritto su Giornalettismo.
Mi preme però sottolineare un chiarimento sul post di ieri. Il titolo “Putin attacca la Turchia: il jet russo volava nello spazio aereo siriano” indicava il carattere di controversia altamente polemica dell’episodio. Riporto la voce della Treccani sul verbo “attaccare”. In senso fig., combattere, avversare con discorsi polemici: a. il governo, un partito, gli avversari. . Vista l’incomprensione suscitata e il tema, avrei probabilmente dovuto utilizzare il verbo “accusa”, che ho scartato perché mi sembrava un po’ debole alla luce di una controversia così grave.