Mentre ci lambicchiamo sulle maggiori o minori responsabilità del padre di una ministra superstar nel crac di Banca Etruria, dalla Germania ci arrivano avvertimenti pesanti: “bail-in”. Cioè, dovrete azzerare il valore delle azioni e delle obbligazioni sopra i 100 mila euro delle banche in crisi, secondo le nuove direttive europee. Il bilancio comunitario non si farà carico dei crediti inesigibili delle banche italiane, sono affari vostri. E se la situazione diventerà instabile, se si diffonderà il panico fra i vostri risparmiatori, beh allora potrete rivolgervi all’Esm (cioè il fondo salvataggi europeo), cioè in pratica mettervi sotto tutela della Troika. In ogni caso, nessuna deroga al Fiscal compact, al governo Renzi l’Ue non consentirà di dilatare il deficit e il debito.
Vi ho riassunto in poche righe un’intervista di Federico Fubini all’economista tedesco Lars Feid, pubblicata sul “Corriere della Sera”. Un emerito sconosciuto, voi direte? Peccato si tratti del più stretto collaboratore del ministro delle finanze Wolfgang Schaeuble. Ed è difficile pensare che un tale siluro d’avvertimento a mezzo stamnpa non sia stato concordato nel dettaglio a Berlino. Il braccio di ferro di Renzi con la Merkel rischia di rimanere uno spettacolo a uso e consumo delle opinioni pubbliche, se sotterraneamente la crisi del sistema creditizio italiano ci costringesse a decisioni difficili, sulle quali dall’Europa non c’è da aspettarsi alcuna forma di solidarietà. Ammettiamo pure che lo scenario del ricorso al fondo di salvataggio, cioè a un commissariamento della Troika, resti solo una provocazione. L’entrata in vigore delle nuove regole bail-in avranno comunque un effetto destabilizzante che fa impallidire la controversia sulla famiglia Boschi.