L’agonismo di Matteo Renzi si manifesta più volentieri nelle partite amichevoli che nelle competizioni vere. Tuttora aggrappato al 40,8% del maggio 2014 promette di fare il bis nelle politiche del 2018, alle quali mancano più di due anni. Chi vivrà, vedrà. Ma nel frattempo? Nel frattempo prosegue l’azione di un governo che, in mancanza di una legittimazione originaria da parte degli elettori, va sempre in cerca di surrogati.
Personalmente ho molti dubbi, però, che gli italiani (favorevoli o contrari alla riforma costituzionale, non importa) si appassionino al referendum confermativo fissato per l’ottobre 2016. “Se mi bocciano vado a casa”, proclama Renzi sapendo benissimo che è pressoché impossibile. Sarà un referendum senza quorum, dall’esito scontato, e solo una grossa ingenuità delle opposizioni potrebbe aiutarlo nel dargli l’importanza che non ha.