Il “Fatto Quotidiano” di venerdì 6 dicembre 2015 dedica l’apertura della sua prima pagina a una notizia certo curiosa, e confermata, anche se non in tutti i dettagli, dall’ambasciatore Armando Varricchio, consigliere diplomatico del presidente del Consiglio Matteo Renzi.
Due mesi fa una delegazione guidata da Renzi, composta da più di 50 persone, si è recata in Arabia Saudita per una visita ufficiale. Oltre agli ufficiali governativi, c’erano anche importanti manager di aziende pubbliche e private. Prima della conclusione della visita il governo saudita ha confezionato regali personali così graditi che hanno scatenato una rissa tra alcuni membri della delegazione, almeno nella ricostruzione fatta da Carlo Tecce. Nelle scatole c’erano cronografi da diverse migliaia d’euro prodotti a Dubai e Rolex invece da diverse decine di migliaia d’euro. Il secondo tipo di regalo, ben più gradito, avrebbe appunto scatenato una rissa tra i delusi che avevano ricevuto un orologio di minor valore. Lo scontro verbale, verificatosi nel palazzo reale di Ryad, avrebbe inorridito i diplomatici italiani, e spinto i sauditi a placare gli animi con il regalo di altri Rolex. I funzionari governativi hanno sedato la rissa verbale requisendo a tutti i beneficiari gli orologi donati dai generosi sauditi, ma il pezzo di Carlo Tecce rimarca come a Palazzo Chigi non ci sia traccia di questi regali. Cosa è successo ai Rolex e ai cronografi? Tecce riporta le dichiarazioni di Ilva Sapora e Armando Verricchio: la responsabile del cerimoniale ammette di non ricordare, mentre il diplomatico spiega in una nota come gli orologi siano nella disponibilità di Palazzo Chigi, e come la materia sia gestita dal personale di Palazzo Chigi e non dalle cariche istituzionali. Il Fatto ricorda però come la vicenda potrebbe configurare l’infrazione di una direttiva del governo Monti, che imponeva il rifiuto di ogni dono ufficiale che avesse un valore superiore ai 150 euro.