Gli illeciti contestati ai vertici di Banca Etruria

sabato, 9 gennaio 2016

La procura di Arezzo ha ordinato la perquisizione di 14 società che avevano ricevuto finanziamenti da Banca Etruria, oltre a una nuova nella sede dell’istituto di credito toscano. L’indagine, come racconta “La Stampa” di sabato 9 novembre 2015, si basa sull’accusa di aver concesso linee di credito in conflitto di interesse che hanno danneggiato lo stato patrimoniale, già molto deteriorato, di Banca Etruria. Le perquisizioni ordinate dalla magistratura aretina si poggiano sull’indagine di Banca d’Italia, che rimprovera ai vertici dell’istituto di credito “carenze nel governo, gestione e controllo dei rischi e connessi riflessi sullo stato patrimoniale”. La banca centrale del nostro Paese, che ha compiti di vigilanza sul sistema creditizio nazionale, è intenzionata a comminare nuove sanzioni dopo la multa del 2014, viste le nuove contestazioni che sarebbero state compiute fino al commissariamento del febbraio scorso. La Stampa rimarca come il numero principale di contestazioni siano rivolte a Lorenzo Rosi e Pier Luigi Boschi, presidente e vice presidente di Banca Etruria fino al febbraio 2015. ” Tra questi, assumono particolare rilevanza quelle di Lorenzo Rosi e di Pierluigi Boschi, padre del ministro Maria Elena Boschi, che fino all’11 febbraio 2015 erano rispettivamente presidente e vicepresidente della banca. Il documento, del dicembre scorso e finora inedito, contesta 11 diverse violazioni agli otto consiglieri su 17 rilievi totali emersi dall’ispezione, sotto la voce «carenze nel governo, gestione e controllo dei rischi e connessi riflessi sulla situazione patrimoniale». Tra questi consiglieri, oltre a Rosi e a Boschi, figurano anche Claudia Bugno, ex dirigente del ministero dello Sviluppo economico che dopo il commissariamento è stata, fino al novembre scorso, direttore generale del comitato per la candidatura di Roma alle Olimpiadi 2024. Tra gli altri consiglieri interessati c’è anche Luciano Nataloni – indagato anche per le operazioni in conflitto d’interesse. Le undici violazioni rilevate per gli otto consiglieri interessati dal provvedimento che propone la procedura sanzionatoria vanno dal deterioramento della situazione patrimoniale emerso a fine ispezione (con un Tier 1 allo 0,66%), che poi è la molla che fa scattare il commissariamento. Fino alla gestione dei crediti, con una mole di 3 miliardi di crediti deteriorati e 2 miliardi di sofferenze su circa 7 miliardi di impieghi. Contestate poi una serie di operazioni che mostrano come il cda abbia operato «con indirizzi o interventi gestionali non in linea» con la grave situazione dell’istituto, come il premio sociale di 2,1 milioni concesso ai dipendenti nel settembre 2013″. Particolare importanza ha la contestazione in merito alla procedura seguita da Banca Etruria per bocciare la fusione con la Popolare di Vicenza. Banca d’Italia contesta a sei consiglieri, tra cui Rosi, Boschi e Nataloni, di aver creato una sorta di commissione ombra per tenere all’oscuro gli altri membri del Cda e prendere una decisione al di fuori degli organismi societari. Una precedente ispezione di Banca d’Italia aveva rilevato 198 operazioni di fido nelle quali avevano interessi 13 consiglieri e 5 sindaci, per un totale di crediti erogati da quasi 200 milioni di euro.

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