Fassino rischiatutto vira a destra e fonda a Torino il Partito della Nazione. Domani sarà a Milano con Beppe Sala

martedì, 12 gennaio 2016

Non è diventato presidente della Repubblica come auspicava, ma Piero Fassino si prende ugualmente la briga di realizzare a Torino, nel suo piccolo, quanto meno un esperimento di Partito della Nazione. La sua ricandidatura a sindaco del capoluogo piemontese da ieri gode dell’appoggio ufficiale di Enzo Ghigo, uno dei fondatori di Forza Italia, a lungo presidente della regione con una giunta di centrodestra, e di Michele Vietti, esponente del Nuovo Centrodestra. Si interrompe così una virtuosa tradizione di alternanza politica fra destra e sinistra che a Torino sempre si sono presentate distinte e contrapposte. La sinistra torinese, di cui Fassino è stato un esponente di primo piano fin dai tempi del Partito Comunista Italiano, per la prima volta subisce questa virata a destra da un sindaco ricandidato senza verifica delle primarie, e da tempo in deficit di popolarità.
E’ evidente il calcolo di Fassino: sostituire a destra i voti che sa di perdere a sinistra, un po’ per la candidatura di Giorgio Airaudo (ex segretario della Fiom Cgil ora deputato di Sel), ma soprattutto per l’insidiosa avanzata di Chiara Appendino, candidata sindaca molto smart del MoVimento 5 Stelle. Imbarcando la destra moderata, Piero Fassino spera di fare il colpaccio e raggiungere la maggioranza assoluta al primo turno, magari in un mare di astensioni. Ma rischia davvero grosso perchè il bacino di consenso elettorale dei pur rispettabili Ghigo e Vietti si è ristretto negli anni, mentre la delusione dell’elettorato di sinistra nei suoi confronti è ormai epidermica. Se dunque Fassino si ritrovasse costretto al ballottaggio, le chance di vittoria per l’inseguitrice grillina Appendino sarebbero molto elevate.
Naturalmente la sterzata di Fassino ha una sua rilevanza politica nazionale, se non altro perchè ne è protagonista un ex segretario dei Democratici di Sinistra che ora indica un percorso ben diverso da quello del suo partito di origine: l’indistinto centrista come risposta all’antipolitica. Da segnalare che domani pomeriggio Fassino verrà a Milano -città nella quale, a differenza che a Torino, per fortuna il centrosinistra farà le primarie- per partecipare a una manifestazione in sostegno della candidatura di Beppe Sala. Non ci vuole troppa malizia per immaginare che Fassino veda in Sala un altro tassello del progetto moderato da lui intrapreso. Se anche a Torino si fossero convocate le primarie, ho l’impressione che le cose sarebbero andate ben diversamente.

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