Ora Renzi fa lo Tsipras in ritardo, dopo aver aiutato la Merkel contro la Grecia

venerdì, 15 gennaio 2016

Il duro attacco personale sferrato dal presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker contro Matteo Renzi, evidenzia il grave errore politico commesso dal nostro premier durante il braccio di ferro tra il governo di sinistra greco ei falchi dell’Unione. Ricordate? Anzichè sviluppare un fronte comune euromediterraneo contro l’ottusità delle politiche di bilancio imposte da Berlino all’Ue, in quel momento drammatico Renzi ritenne più conveniente presentarsi come lo studente virtuoso che prende le difese dell’insegnante e punta il dito accusatore contro i compagni in difficoltà. Si sprecarono allora le battute demagogiche contro Tsipras che pretendeva di far pagare agli italiani le pensioni dei greci. Alla vigilia del referendum promosso da Syriza, Renzi twittò che si trattava di scegliere dentro o fuori l’euro e invitò a Firenze la cancelliera per manifestarle sostegno. Insomma, fece di tutto per distinguere la posizione dell’Italia da quella di altri paesi indebitati dell’Europa meridionale, anzichè costruire con loro un fronte comune mirante a correggere le regole comunitarie di un “rigore” già rivelatosi fallimentare.
La furbizia non è sempre buona consigliera. E oggi ne vediamo i risultati. Un’occasione sprecata per timore riverenziale e per calcoli (sbagliati) di consenso, lascia l’Italia più sola e finisce per alimentare i rischi di dissoluzione di un progetto europeista solidale.

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