La conquista dei Palazzi che contano, Renzi perfeziona il suo equilibrio di potere

lunedì, 18 gennaio 2016

Se davvero -a me pare ancora “eccessivo”- Marco Carrai assumerà un incarico di guida della nuova Cybersecurity italiana, collegata alla rete degli alleati nella lotta al terrorismo e per il controllo delle telecomunicazioni, questa sarà davvero una prova di forza simbolica di grande significato. Basti vedere la prudenza con cui i grandi giornali stanno trattando la questione, e la sorda lotta di potere negli apparati dello Stato che s’intuisce legata a questo tipo di scelte renziane (leggere Carlo Bonini oggi su “Repubblica”, con tanto di citazioni di Bisignani, per capire la posta in gioco: ovvero la stabilità di lungo corso degli equilibri di potere finora precariamente imposti da Matteo Renzi).
Del resto anche le nomine dei nuovi direttori di giornale (senza dimenticare la Rai) vanno nella stessa direzione: un ricambio generazionale che è anche un riassetto di contiguità. La cautela con cui vengono trattate le brutte amicizie di papà Boschi e di papà Renzi nel sottobosco della massoneria toscana (con estensione a faccendieri nazionali) è tipica di chi sta aspettando chi vincerà. Saranno liquidate come quisquilie marginali, insieme allo scandalo di Banca Etruria, se davvero Renzi -com’è probabile- completerà il suo riassetto dei poteri. Da questo punto di vista, Marco Carrai è significativo più per quel che appare e vuole apparire che per quel che conta davvero. Ieri lo abbiamo visto al Tempio Maggiore di Roma seduto accanto a Riccardo Pacifici, durante la visita di Francesco. Amicizie consolidate negli anni. Da dietro gli sorrideva il neodirettore de “La Stampa”, Maurizio Molinari, che tante volte ha ricevuto Carrai a Gerusalemme insieme a una comunità di uomini d’affari legati all’establishment governativo e diplomatico israeliano. Nello stesso tempo Carrai si è imposto da sempre come l’uomo della gestione territoriale, bancaria e logistica, dentro la roccaforte toscana. Capace di usare come messaggio e tramite di relazioni anche le presenze silenziose, le società partecipate, gli eventi culturali e privati.
Siamo arrivati al momento dirimente in cui Renzi s’impone con disegno duraturo, pronto se necessario a sfidare anche eventuali minacce provenienti da inchieste giudiziarie. Sta finendo di piazzare i suoi uomini fidati nei posti che contano. Non si tratta certo di un disegno autoritario, queste sono fesserie, ma è la conquista dei Palazzi che contano. Con l’idea di farne il perno di un lungo periodo di stabilità politica.

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