Il 27 gennaio 2016 sarà la Giornata degli Smemorati: un posto in gommone dalla Turchia alla Grecia costa 2500 euro

sabato, 23 gennaio 2016

Dall’inizio del 2016 si registrano già 31 mila persone che hanno effettuato la traversata invernale dalla costa turca alle isole greche, in condizioni di estremo pericolo. Il numero dei morti accertati supera di molto il centinaio, si parla di 45 annegati solo negli ultimi due giorni. I giornali ne riferiscono stancamente e, per sollecitare un minimo la nostra usurata capacità di commuoverci, insistono sull’elevata percentuale di bambini tra le vittime.
Vorrei richiamare un dettaglio contenuto in queste cronache altrimenti ripetitive: nella stagione del mare grosso e gelato, un passaggio in canotto o in barca per traversare le poche miglia che separano la Turchia dalle isole greche viene fatto pagare dagli scafisti 2500 euro. Tariffa maggiorata, anzi, raddoppiata. Scusate la venalità, ma vuol dire che da inizio 2016 solo in quel tratto di mare le mafie dei trafficanti d’uomini hanno realizzato un fatturato di oltre 75 milioni di euro. Io non mi scandalizzo per il fatto che in alcuni paesi europei si chieda ai rifugiati di contribuire con i loro risparmi al proprio mantenimento, ma sono disgustato che in precedenza consentiamo un regime monopolistico di spoliazione dei loro averi da parte di chi offre loro l’unica via di transito verso la salvezza.
Domani sera andrò a “Che tempo che fa” con Géza Rohrig, l’attore protagonista de “Il figlio di Saul”, film terribile e straordinario ambientato in un Krematorium di Auschwitz-Birkenau. L’occasione è la Giornata della Memoria che si celebra mercoledì prossimo, 27 gennaio, settantunesimo anniversario della liberazione di quel campo di sterminio. Poi mercoledì sarò al PalaMandela di Firenze a coordinare un meeting nel corso del quale ottomila studenti toscani dialogheranno con gli ex deportati sopravvissuti. Ma credo che dovremmo cambiare l’intestazione della ricorrenza. Non più Giornata della Memoria, bensì Giornata degli Smemorati. L’Europa sembra proprio rifiutarsi di apprendere le lezioni della storia. Davanti ai fuggiaschi si richiude nell’egoismo e nell’indifferenza, sviluppa ostilità e mira ai respingimenti, proprio come avveniva negli anni che precedettero la Shoah.

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