Maurizio Landini si confessa “pentito dei talk show dove urlava troppo”

lunedì, 1 febbraio 2016

Maurizio Landini ha rotto il silenzio mediatico che lo circonda da un po’ di tempo concedendo una lunga intervista al “Fatto Quotidiano” di lunedì 1 febbraio 2016. Il segretario della Fiom spiega ad Antonello Caporale come la “coalizione sociale” da lui lanciata un anno fa abbia favorito la grande campagna di mobilitazione della Cgil suo lavoro, con un progetto di legge che sarà discusso e votato da milioni di lavoratori, e che potrebbe portare anche a un referendum contro il Jobs Act. Maurizio Landini spiega inoltre il motivo per cui è sostanzialmente sparito dalla TV, dopo averla “occupata” quasi ogni sera tra l’autunno del 2014 e la primavera del 2015. Il segretario della Fiom era diventato così richiesto dai talk show e così popolare a livello mediatico da aver spinto molte persone a pensare a un suo impegno politico in prima persona, come nuova guida della sinistra anti Renzi.

Era ogni sera pronto a dire la sua.
Quando mi sono accorto che mi trovavo a dovermi confrontare nei salotti con gente ignorantissima, approssimativa, che parlava di cose di cui non sapeva…

…gente che strillava insieme a lei.
Mannaggia, è il mio più grande cruccio. Faccio di tutto per tenere basso il volume però poi sbraco; senti delle corbellerie così incredibili e ti lasci andare.

Landini non ci fa compagnia la sera come una volta, dunque è al crepuscolo 
Landini adesso rifiuta di andare, sceglie quando è il momento, quanto è utile, quando c’è tempo per illustrare un pensiero e non fare bau bau.
La tv può uccidere
Ti vogliono trasformare in uno strumento, una comparsa, un pezzetto di teatro che serve alla messinscena quotidiana. Me ne sono accorto e sono corso ai ripari.

Nell’intervista col “Fatto” Maurizio Landini esprime giudizi particolarmente severi nei confronti di Renzi, criticato per non curarsi della disaffezione dei cittadini verso il processo democratico, verso cui bisognerebbe scaricare ” questa disperazione, questa enorme bolla di insicurezza e paura” del tunnel della precarietà. Il segretario della Fiom auspica un rapido ritorno al voto, anche se confessa di non sapere quale opzione politica scegliere.

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