Torna l’incubo Spread, Italia ricattata da un debito pubblico inestinguibile

martedì, 9 febbraio 2016

Le lucide analisi del mai abbastanza compianto Luciano Gallino tornano a manifestare la loro inesorabile attualità: di nuovo la crisi dei mercati determina una corsa ai cosiddetti “beni rifugio” abbattendosi sulle economie degli Stati le cui economie soggiacciono al peso di un debito pubblico mastodontico. Le regole comunitarie del Fiscal Compact, supinamente ratificate nel 2012 dal governo Monti, contemplano un onere prolungato per decenni sulle future generazioni, senza alcuna ragionevole possibilità che ciò renda possibile pervenire a una estinzione del debito pubblico. Così, a ogni tempesta, i paesi indebitati si ritrovano sotto attacco. E il famigerato Spread torna a innalzarsi sopra il limite di guardia, ricattando i governi nazionali.
La disciplina ottusamente imposta alla Grecia l’anno scorso senza che gli altri paesi indebitati, fra cui l’Italia, manifestassero alcuna opposizione, oggi ritorce su di loro quella scelta miope. O si cambiano le regole, riconoscendo l’inestinguibilità del debito pubblico cumulato, oppure le classi popolari saranno chiamate a pagare un prezzo insopportabile.

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