Il vescovo di Chioggia: condannare al risarcimento il tabaccaio che ha ucciso un ladro è come un altro furto

mercoledì, 10 febbraio 2016

Monsignor Adriano Tessarollo è il vescovo di Chioggia, e sul settimanale della sua diocesi “La nuova scintilla” ha preso una posizione oltremodo netta in merito alla condanna di Franco Birolo, un tabaccaio padovano condannato a 2 anni, 8 mesi e 325 mila euro di risarcimento per aver ucciso un ladro. I giudici non hanno rilevato i presupposti per la legittima difesa nella dinamica dell’omicidio. Nel 2013 un ragazzo moldavo di 23 anni aveva provato insieme a un suo connazionale di derubare la tabaccheria di Birolo, che si era difeso sparando e così ferendo mortalmente l’uomo. La condanna del tabaccaio ha creato una forte eco in Veneto, e monsignor Tessarolo ha criticato aspramente la sentenza. “Quello che il ladro non è riuscito a rubare da vivo, il giudice lo ha tolto, completando il furto alla famiglia. Si rischia di trasmettere il messaggio: violenti, scassinatori e ladri, continuate la vostra criminale attività”. Una presa di posizione particolarmente esplicita, difesa dal vescovo di Chioggia sul “Corriere della Sera” di mercoledì 10 febbraio 2016.  ” Le Sacre Scritture le conosco bene e vi dico che vanno contestualizzate. Quel tabaccaio non voleva far del male, ha avuto una reazione emotiva e non sarà contento di aver ammazzato. Ma dovrà pagare una tassa di mille euro al mese per 27 anni per essersi difeso. È una condanna che mette sottosopra la famiglia del derubato e un vitalizio per la famiglia del ladro!”, rimarca in un colloquio con Claudio Del Frate. Monsignor Tessarolo nega la definizione di “vescovo leghista” o “giustiziere” che gli è stata affibbiata dopo aver scritto un pensiero come il seguente. ” Un padre di famiglia, un imprenditore, un lavoratore ha diritto di non vedere la sua casa violata, compromessa la sua attività, derubati i suoi beni, minacciata la quiete sua e dei suoi familiari. La vita delle persone non è solo fisica, ma un complesso di realtà tra cui la libertà, il progetto di vita, la sicurezza… basta che uno si presenti senza armi perché gli sia assicurata l’incolumità mentre lui viola i diritti degli altri? Si pensi a quanto baccano si sta facendo per i diritti civili non riconosciuti!…Abbiamo ancora a che fare con leggi scritte 40-30 anni fa in un certo clima culturale e politico: ci vuole coraggio a dirlo”.

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