Il consigliere economico della Merkel boccia le richieste sfacciate dell’Italia sulla flessibilità

giovedì, 11 febbraio 2016

Su “La Repubblica” di giovedì 11 febbraio 2016 c’è in prima pagina una lettera inviata da Matteo Renzi a Eugenio Scalfari in merito alle idee del presidente del Consiglio sulla politica economica dell’Europa. La strategia di Renzi è sintetizzabile in una richiesta di ulteriore flessibilità sui conti pubblici, ovvero la possibilità di consentire agli Stati di indebitarsi maggiormente rispetto agli obblighi di ridurre il disavanzo e il debito imposti dai Trattati e dai regolamenti comunitari. Nelle pagine economiche de “La Repubblica” arriva però una sorta di risposta preventiva a questa richiesta, espressa da Lars Feld, uno dei 5 esperti che fanno parte del consiglio economico del governo di Angela Merkel. Il “saggio”, come da denominazione abituale della stampa tedesca, boccia in maniera esplicita la richiesta di flessibilità fatta dall’Italia per il bilancio 2016. ” «Sono contrario alla flessibilità sui conti. L’Italia non è in procedura d’infrazione, però si trova nel braccio preventivo del Patto. Che già riconosce abbastanza flessibilità. L’Italia ha esaurito tutta la flessibilità possibile. Di più non le può essere concesso, alcune richieste sono sfacciate. Il disavanzo dell’Italia viaggia verso il 3 per cento. Il 2,4 o 2,7 per cento nel 2016 di cui si parla ora rispecchia le proiezioni, ma alla fine conta quanto l’Italia crescerà davvero. Sono molto scettico all’idea di concedere ulteriore flessibilità. Non dobbiamo dimenticare che l’Italia ha il 135 per cento di debito/Pil. Deve essere urgentemente tagliato. La Germania sta facendo continuamente pressione perché non venga concessa altra flessibilità. Ma alla fine decide Bruxelles”. Lars Feld, che è stato nominato nel Consiglio degli esperti economici della Germania dai liberali della Fdp, esprime anche il punto di vista del ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble in merito alle posizioni italiane. ” So che il consolidamento insufficiente e la scarsa disciplina sui conti dell’Italia non gli piacciono”. Una presa di posizione oltremodo netta, e certo così poco diplomatica da suscitare qualche perplessità. Anche sull’assicurazione comune sui depositi bancari, richiesta dall’Italia per il completamento dell’unione bancaria e fermata da Germania e alleati per il momento, il “saggio” di Angela Merkel è netto. ” Il problema dei crediti incagliati e la cornice economica sono ostacoli per la garanzia comune”.

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