Salva Israele – Ferma l’occupazione 1967-2017 Un appello al mondo ebraico, è tempo di cambiare

sabato, 13 febbraio 2016

Una campagna d’opinione in vista del cinquantesimo anniversario della guerra dei sei giorni, combattuta per autodifesa e conclusa con l’occupazione di vasti territori palestinesi, perchè Israele esca da questa lunghissima posizione di stallo e cerchi davvero una soluzione di pace. Sta partendo in questi giorni una campagna d’opinione che vede protagoniste le principali Ong israeliane (tra cui Peace Now) oltre che singole personalità. Qui di seguito vi propongo il loro appello, al quale aderisco.

In cosa crediamo

1. Noi crediamo che le aspirazioni ebraiche di istituire uno Stato siano state realizzate e debitamente riconosciute dalla comunità internazionale attraverso il Piano di spartizione adottato nel novembre 1947 dalle Nazioni Unite e successivamente da molti dei suoi membri. Tuttavia, mentre le aspirazioni ebraiche sono state esaudite, così non è stato per le parallele aspirazioni dei palestinesi, frustrate poi dall’occupazione di Israele dei Territori palestinesi dal 1967 e dalla negazione dei diritti nazionali del popolo palestinese.

2. Noi crediamo che mezzo secolo di occupazione sia più che sufficiente e che da tempo sia ora di porvi fine. Far durare ancora questa situazione condannerà i due popoli che condividono questa terra ad un inutile spargimento di sangue e minaccia di trasformare quella che era iniziata come una lotta per l’indipendenza in un incontenibile conflitto religioso.

3. Noi crediamo che per raggiungere il nostro obiettivo – la creazione dello Stato di Palestina accanto allo Stato di Israele – sia cruciale che non si metta più in forse la stessa legittimità dello Stato di Israele come patria degli ebrei, assicurando ad esso finalmente dei confini riconosciuti dal diritto internazionale. Questo porrà fine alle continue violazioni dei diritti umani e civili dei palestinesi. Impedirà inoltre i tentativi di fondere le due entità – Israele e Palestina – in una “Terra di Israele” dove vige l’apartheid, come propugnato dalla destra israeliana dominata dai coloni.

4. Noi crediamo che con l’approssimarsi del cinquantesimo anniversario dell’occupazione, il 5 giugno 2017, il mondo ebraico dovrebbe unire le forze in virtù di un senso di responsabilità reciproca, del rispetto per i valori umani e per l’identità etica dell’ebraismo , della naturale preoccupazione per la sopravvivenza di Israele ed il suo benessere, e giocare un ruolo attivo negli sforzi di porre fine all’occupazione.

5. Noi crediamo che, una volta sollevato dalla piaga dell’occupazione, Israele diventerà realmente uno Stato ebraico e democratico, con pari diritti umani e civili per tutti i suoi cittadini, libero di sprigionare tutto l’enorme potenziale economico, culturale, educativo del suo popolo e capace di godere pienamente del suo ruolo legittimo fra le Nazioni del mondo, vivendo in pace e sicurezza con i suoi vicini.
Facciamo appello ad ogni ebreo in Israele e nella diaspora che si sente parte integrante del popolo ebraico, che sia preoccupato di assicurare un futuro allo Stato di Israele, e che sia d’accordo con i principi fin qui delineati, per unirsi al movimento SISO e contribuire al meglio delle proprie possibilità al suo successo. In quest’ora critica, salvare Israele è responsabilità primaria di chiunque sia interessato alla sua sopravvivenza, ed essere uno spettatore non può essere un’opzione.

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