Travaglio, Belpietro, Sallusti…tutti colpiti da ‘bignardite’ acuta, malattia contagiosa del giornalismo presenzialista

giovedì, 18 febbraio 2016

Nel giorno dell’attentato di Ankara che segnala come anche la vicina Turchia sia ormai di fatto in guerra. Nel giorno dei diritti civili calpestati al Senato per le coppie di fatto e i loro figli. Nel giorno dello scontro plateale fra Renzi e Monti su come l’Italia debba stare in Europa…
Fa piacere constatare che i giornali dotati di direttori ultrapresenzialisti in tv si ritrovano all’unisono, con lo stesso identico titolo rubacchiato alla diretta interessata (“Le invasioni barbariche”) a scegliere come notizia d’apertura la nomina di Daria Bignardi alla direzione di Raitre.
Personalmente ho sempre preferito girare al largo dall’agente dei divi, Beppe Caschetto, e non mi sono mai sottoposto ad alcuna intervista barbarica della medesima amica Daria. Ma resto ugualmente affascinato dall’accanimento profuso in titoli, editoriali, pagine due e tre di questi giornali militanti “impegnati”, nel declinare lo speciale accanimento riservatole. Per via delle parentele, per via delle simpatie politiche, per via dei punti di share cumulati (da che pulpito viene la predica), per via dell’ambizione non dissimulata che a una donna si perdona meno volentieri che a un uomo, e avanti di questo passo.
Io con Daria Bignardi ci ho lavorato un quarto di secolo fa nella redazione di “Milano, Italia”, proprio su Raitre. Poi Campo Dall’Orto la portò a La7 di cui ero stato tra i fondatori, e anche lì abbiamo vissuto una bella stagione creativa e di successo (si riguardassero le cifre degli ascolti, i detrattori).
La ‘bignardite’ è proprio una malattia brutta, ma non esotica, molto italiana. Credo che il ceppo del virus si trovi in posti come Dagospia, “Chi”, “Novella 2000”. Ma poi, attraverso la televisione, attecchisce negli ambienti di un giornalismo che si pretenderebbe impegnato e militante. Da “Il Fatto” di Travaglio a “Libero” di Belpietro fino a “Il Giornale” di Sallusti. A giudicare dai prodotti confezionati, in quelle redazioni ieri non s’è parlato d’altro.

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