Già due volte, nel corso della sua carriera politica, Sergio Cofferati ha accettato di paracadutarsi in situazioni estranee alla sua rispettabile e prestigiosa biografia: prima a Bologna e poi in Liguria. Dalla sua ha l’attenuante che in molti lo sollecitavano al paracadutismo, considerando di poter trarre vantaggio dalla notorietà mediatica acquisita da Cofferati negli anni gloriosi in cui ha guidato la Cgil. Ma l’esito dei due lanci in situazioni estranee è stato negativo, lasciando strascichi anche personali di disagio e perfino rancori mal sopiti.
Mi viene da fantasticare, essendo stato forse l’unico ingenuo che nel 2002 aveva preso sul serio la sua scelta esemplare di rientrare da impiegato alla Pirelli Bicocca, dopo aver lasciato l’incarico di segretario della Cgil… E se avesse tenuto duro per qualche anno, invece di cedere alle sirene di chi lo invitava a farsi paracadutista? Chissà, forse Cofferati avrebbe potuto candidarsi lui a continuare il buongoverno di Giuliano Pisapia. Invece oggi Sergio incoraggia pubblicamente Pippo Civati a commettere il suo stesso errore, cioè a paracadutarsi dall’esterno candidato sindaco di Milano. Entrambi sono impegnati nel tentativo di costruire un nuovo partito di sinistra a sinistra del Pd. Sembrano attribuire priorità assoluta a questo obiettivo, fino al punto di manifestare indifferenza a un possibile effetto collaterale della loro azione: lasciare che Milano torni in mano alla destra di Stefano Parisi (foglia di fico di Matteo Salvini).
A Milano avremo certamente commesso anche degli errori se le primarie le ha vinte Beppe Sala. Ma in questi anni abbiamo tenuto vivo il metodo della partecipazione, della trasparenza e della lealtà. A Milano oggi “bella politica”, “democrazia”, “cittadinanza attiva”, non sono parole vuote. L’atterraggio improvviso di leader magari famosi e rispettabili, ma con la testa rivolta altrove, non può essere di alcun giovamento in una metropoli orgogliosa della bella stagione che sta vivendo. Aiutateci a non rovinare tutto, ve lo chiedo con amicizia.