Salvini fregato dalla sua prosopopea: si fosse candidato sindaco di Milano oggi la Lega sarebbe protagonista

lunedì, 22 febbraio 2016

Sul “Foglio” di lunedì 22 febbraio 2016 il direttore del quotidiano, Claudio Ceresa, indica in Matteo Salvini lo sconfitto delle elezioni amministrative 2016. “Un palloncino che si è sgonfiato”, rimarca Cerasa, evidenziando come la Lega Nord non abbia avuto alcuna influenza nelle partite più importanti delle prossime comunali. A Roma, Napoli e Cagliari la Lega è assolutamente inesistente: su questo il direttore del “Foglio” ha ragione. La strategia nazionalista di Matteo Salvini è fallita, ma lo si era già visto alle amministrative 2015. Il centrodestra aveva ribaltato i rapporti di forza col PD al Centro-Nord rispetto alle europee dell’anno prima, cogliendo vittorie inaspettate per dimensione in Veneto e Liguria, così come alle comunali, tanto da sfiorare il successo in Umbria, regione “rossa” per eccellenza. Al Sud invece l’inesistenza della Lega ha contribuito alle sconfitte in Campania, e in parte in Puglia. Matteo Salvini si è adattato a questa realtà, in parte emulando il suo maestro Umberto Bossi, che prometteva la rivoluzione per la “Padania” per ottenere il massimo delle “cadreghe” disponibili a Roma. La sua propaganda però non è mutata, come dimostra l’escamotage della consultazione del 23 giugno in imitazione del referendum sulla Brexit lanciata in un’intervista al “Corriere della sera” di lunedì 22 febbraio 2016. Cerasa ha ragione nell’evidenziare la “sconfitta” politica di Salvini su Milano. Nella sua città il leader leghista ha candidato un tecnocrate legato ad Albertini e al primo forzismo a cui Bossi si contrapponeva, con tanto di appoggio di NCD. Si fosse candidato sindaco di Milano Matteo Salvini avrebbe reso protagonista la Lega Nord, invece da consumato politico ha preferito mascherare il ritorno al centrodestra unitario con tanta propaganda no euro e anti UE diffusa in TV. Il problema che Cerasa sembra dimenticare è che il centrodestra, per quanto sghangherato e diviso, è già ora competitivo col PD, e in caso di buoni risultati alle amministrative la sua riunificazione sarà sempre più concreta. Matteo Salvini probabilmente non lo guiderà come candidato alla presidenza del Consiglio, ma il suo fascioleghismo sarà comunque azionista di riferimento di una coalizione piuttosto inquietante per i destini dell’Italia.

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