Erdogan ricatta l’Europa sui migranti, bravo Renzi a opporsi

martedì, 8 marzo 2016

Il Consiglio europeo si è chiuso senza accordo tra la Turchia e l’UE. Dopo l’intesa dei mesi scorsi, il governo di Ankara ha alzato significativamente la posta per fermare il flusso di migranti che dalle sue coste parte per l’Europa, in primis verso la Grecia. Le gestione comune dell’emergenza profughi costerebbe all’UE altri 3 miliardi rispetto a quelli già promessi, più un’accelerazione delle procedure d’adesione della Turchia all’Unione europea. Richieste fatte dal premier Ahmet Davutoglu su richiesta di Erdogan. Il presidente turco, impegnato in uno sforzo bellico assai costoso in Siria per fermare l’avanzata dei curdi siriani e per arginare la difesa del regime di Assad fatta da Putin, ha deciso di sfruttare le divisioni europea sul tema dei migranti. Dopo il flusso migratorio straordinario registrato nel 2015 un’altra ondata da un milione di richiedenti asilo metterebbe in enorme difficoltà il governo Merkel, già ora costretto alla difensiva in Germania dopo lo sforzo di accoglienza esercitato in questi mesi. L’UE dovrebbe cedere alle condizioni di Erdogan nel momento in cui in Turchia è sempre più forte una torsione autoritaria che purtroppo allontana Ankara dai valori europei di democrazia e libertà. Al di là della retorica e dei “finti scontri” che caratterizzano spesso i vertici comunitari, bene ha fatto Matteo Renzi a ribadire come la libertà di stampa, una parte dell’essenziale libertà di espressione, non possa essere barattata per qualche decine di migliaia di migranti in meno.

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