In difesa dell’olio tunisino, anche per “aiutare a casa sua” una democrazia fragile

venerdì, 11 marzo 2016

Il Parlamento europeo ha approvato l’aumento dell’olio tunisino importato senza dazi all’interno del mercato unico. Il trattato con la Tunisia prevede che il Paese africano possa esportare fino a un massimo di 56.700 tonnellate senza dazi verso l’UE. Con il nuovo provvedimento, come spiega bene questo pezzo del Post, da cui è tratta la bella foto di copertina, nel 2016 e nel 2017 le quantità di olio tunisino importato senza dazi saliranno a 90 mila. Per soli due anni, una misura quindi provvisoria, la Tunisia beneficerà della possibilità di esportare 35 mila tonnellate in più, favorendo così la produzione interna d’olio, uno dei suoi settori economici più importanti. Uno dei motori dell’economia di questo Paese africano, il turismo, è stato gravemente colpito da terrorismo in questi anni. ISIS e le altre forze islamiche estremiste vogliono minare l’unica democrazia generatasi dopo la primavera araba. La Tunisia ha chiesto un aiuto straordinario all’Europa proprio per evitare una caduta della sua economia, che potrebbe generare effetti esiziali sulla tenuta del suo sistema democratico. Una parte significativa dell’opinione pubblica italiana, così come dei partiti, si è schierata contro l’arrivo dell’olio tunisino. Ci sono anche considerazioni comprensibili, però davvero non si capisce come i fautori dell'”aiutiamoli a casa loro”, si schierino contro questa misura temporanea d’aiuto, sopratutto con toni così radicalmente contrari. Se davvero li si vuole “aiutare a casa loro”, pessima espressione spesso utilizzata per mascherare contenuti xenofobi, non si può non pensare ai benefici generati da misure di sollievo economico per l’unica democrazia presente sulla sponda africana del Mar Mediterraneo consolidatasi dopo la primavera araba. Una caduta della Tunisia provocherebbe un nuovo flusso migratorio verso le nostre coste, e un’ulteriore destabilizzazione della vicina Libia. Uno scenario che genererebbe un forte aumento dei costi per il nostro Paese così come per l’Europa, su cui dovrebbero riflettere tutti coloro i quali tuonano contro l’olio tunisino.

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