Merkel sconfitta, la destra nazionalista anti migranti fa paura anche in Germania

domenica, 13 marzo 2016

AfD/Alternativa per la Germania è il partito vincitore delle elezioni statali che si sono svolte in Germania domenica 13 marzo. Sono andati al voto tre Bundesland, Baden-Württemberg, Rheinland-Pfalz all’Ovest e Sachsen-Anhalt all’Est, che insieme hanno una popolazione poco superiore ai 20 milioni di abitanti. Un quarto della Germania ha votato, e i risultati sono stati molto espliciti, per quanto a livello locale la formazione dei tre governi statali appaia oltremodo incerta. In base ai primi valori degli exit poll e delle proieizioni si può affermare come ci sia un chiaro partito vincitore e un altro sconfitto in modo oltremodo netto. La Cdu di Angela Merkel esce seccamente battuta nella sua ormai ex roccaforte, Baden-Württemberg, il Bundesland da cui proviene il ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble, così come in Rheinland-Pfalz. Nei due Bundesland meridionali i partiti dei ministri presidenti progressisti, Verdi in BW e Spd in RP, ottengono brillanti risultati, ma colpisce il boom di Alternativa per la Germania. La formazione, fondata come partito no euro ma ora diventata più nettamente destra nazionalista anti migranti dopo l’addio del suo primo leader Lucke, arriva al 14 % a Stoccarda e all’12% a Magonza. Impressiona il risultato nel Bundesland orientale della Sachsen-Anhalt, dove AfD arriva al 23%. Mai nessun partito al di fuori del Bundestag aveva ottenuto una percentuale così alta in un’elezione statale. Una chiave del successo di AfD è stata la mobilitazione di elettori astensionisti: in tutti e i 3 i Bundesland l’affluenza è salita di circa 10 punti percentuali, e Alternativa per la Germania è stato il partito che più ne ha beneficiato. Cdu arriva prima solo in Sachsen-Anhalt, dove comunque perde diversi punti percentuali. Se il bilancio per il partito di Angela Merkel è chiaramente negativo, anche per il partner di governo i risultati sono negativi. Spd crolla in BW e SH su percentuali poco superiori al 10%, tra i peggiori della sua storia. In Rheinland-Pfalz invece la socialdemocrazia ha superato  il 36%, grazie alla popolarità della sua presidente Malu Dreyer. Il vero vincitore delle elezioni, a fianco dei no euro anti migranti di AfD, è Winfried Kretschmann. Il primo ministro presidente della storia dei Verdi ha portato il suo partito oltre il 30%, record probabilmente ineguagliabile, grazie ai consensi sottratti alla Spd e agli elettori più centristi della Cdu. Kretschmann è stato in questi mesi un fermo sostenitore della politica dell’accoglienza dei migranti scelta da Angela Merkel, come la stessa Malu Dreyer, e questa sua posizione progressista sui profughi ha pagato in modo anche sorprendente. Le elezioni statali in Germania sono state spesso foriere di risultati estemporanei, però questa tornata amministrativa conferma come anche nel più grande Paese d’Europa si stia radicando una formazione di destra che si contrappone in modo chiaro all’immigrazione così come alla “temuta” islamizzazione delle nostre società. Dopo la fine del nazismo, nessuna forza nazionalista si era mai imposta a destra della Cdu/Csu. Ora invece sembra che il lungo governo di Angela Merkel possa concludersi con questa sgradevole novità. Dopo gli esordi come partito no euro, AfD/ Alternativa per la Germania si è spostato sempre più a destra, ed è diventata la forza che maggiormente si è contrapposta alla politica di accoglienza dei migranti. In questi mesi diversi esponenti di AfD sono stati coinvolti anche in episodi di violenza e razzismo, verificatasi con sempre maggior costanza in un Paese che ha dato ospitalità a oltre un milione di stranieri in questi ultimi mesi. Un flusso migratorio che è temuto da oltre metà dell’elettorato, come mostrano gli exit poll. Più del 50% di chi si è recato al voto ha espresso paura per un rafforzamento eccessivo dell’Islam in Germania, oppure per un aumento della criminalità causato dai migranti. Percentuali che schizzano oltre al 90% per chi ha votato AfD/Alternativa per la Germania.

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