La ribellione di medici e partiti contro la scandalosa nomina di Andrea Gentile all’Istituto dei tumori

lunedì, 14 marzo 2016

La nomina di Andrea Gentile all’interno del Cda dell’Istituto Nazionale dei Tumori ha suscitato una rara reazione compatta di praticamente tutti i partiti lombardi contro una scelta così insensatamente lottizzatrice. Il figlio del potente sottosegretario calabrese di NCD Antonio Gentile non ha praticamente alcuna competenza medica, ed è stato indicato dal ministro Lorenzin solo per concedere un incarico prestigioso a un rappresentante del suo partito, che da ormai molti mesi conferma di aver più poltrone che voti. Il segretario del PD Lombardia, Alessandro Alfieri, che ha sostenuto Renzi sin dalle primarie 2012, è stato durissimo nel bocciare la nomina del governo. ” Il curriculum di Gentile parla da sé. Dove sono le competenze richieste per ricoprire questo ruolo? Questa scelta è un grave errore che la Lombardia non si può accollare”. La Lega della Lombardia ha condiviso questa critica, ironizzando sull’assenso alla posizione del PD, mentre il Movimento 5 Stelle ha annunciato un’interrogazione parlamentare. Il M5S critica in particolar modo l’inchiesta in cui è stato coinvolto Andrea Gentile, da cui è stato però assolto, ma il vero problema appare la sua manifesta incompetenza. Il figlio del sottosegretario di Ncd è un avvocato penalista, in passato membro del Cda della finanziaria della regione Calabria, senza alcun esperienza nel mondo medico. Come rimarca il Corriere della Sera di lunedì 14 marzo, altre motivazioni sembrano aver pesato nella scelta di Andrea Gentile. ” Il loro compito è prendere le decisioni strategiche per il futuro dell’Istituto dei tumori, gioiello dell’oncologia a livello nazionale. Ma nella scelta dei sette membri del suo cda più del merito sembra aver contato, ancora una volta, il peso politico”. Su La Repubblica un articolo di Tiziana De Giorgio raccoglie l’unanime bocciatura espressa da diversi medici lombardi. Tra di essi sono citate le prese di posizione di Pier Mannuccio Mannucci, Alberto Scanni e Maurizio Mari, prestigiosi operatori nel settore sanitario che parlano di “nomina senza pudore”, sconfortante per la mancanza di competenze e per l’evidente gioco politico deciso da NCD. Unico motivo di sollievo, spiega Mannucci, è rappresentato dal fatto che “un singolo consigliere non può fare chissà quali danni”.

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