Onore ai ragazzi di NoBorder che hanno organizzato il guado dei migranti nel Fiume Secco di Idomeni

mercoledì, 16 marzo 2016

Sono giovani volontari, per lo più anarchici e autonomi. Hanno teso le corde fra la sponda greca e la sponda macedone del Suva Reka, il Fiume Secco nei pressi del campo profughi di Idomeni dove sta consumandosi la vergogna d’Europa. Non a caso la loro organizzazione si chiama NoBorder. Leggo in una bella corrispondenza di Cosimo Caridi su “Il Fatto” che molti di loro si distinguono per i capelli colorati e i piercing, trattasi probabilmente di estremisti sovversivi, eppure meritano tutta l’ammirazione di chi ha a cuore la civiltà europea. Le immagini dei 1500 profughi che grazie al loro aiuto hanno violato il blocco dei confini restano impresse nella cattiva coscienza dei governanti dell’Ue, incapaci di prestare quel soccorso umanitario che dovrebbe essere il loro primo dovere di statisti. Poi, da Fyrom, la polizia li ha ricacciati indietro nel fango di Idomeni. Ma quel gesto dimostrativo indica la via di un’accoglienza che resta l’unica alternativa possibile al perpetrarsi ormai imminente di un genocidio annunciato. Se l’Europa ha un futuro decente, è affidato all’esercito dei giovani volontari che le provano tutte per impedirlo.

I commenti sono chiusi.

I commenti di questo blog sono sotto monitoraggio delle Autorità. Ti preghiamo di mantenere i toni della discussione entro i limiti di buona educazione e netiquette in essere come regole del blog. Inoltre usa con moderazione i seguenti comandi di formattazione testo.