Sette ragazze italiane sono morte in Spagna mentre si trovavano in Erasmus. Da ex studente Erasmus considero quell’esperienza decisiva per la mia esistenza, e provo uno sconforto infinito per le mie giovani connazionali, scomparse mentre vivevano una vacanza che immagino meravigliosa. Anche a me è capitato di viaggiare in diversi luoghi d’Europa con i miei amici Erasmus durante quei bellissimi 11 mesi passati a Berlino. Mi sembra giusto dedicare a loro un pensiero, come alle altre giovani morte in questa tragedia. Ho scelto di farlo utilizzando le belle parole scritte da Francesco Nicodemo sul suo profilo Facebook. Lo ringrazio per avermi concesso la possibilità di pubblicare questo post, che non sarei stato capace di scrivere da solo, e così bene.
Chiunque sia stato uno studente Erasmus, sa bene che quei mesi sono molto di più di un periodo di studi all’estero. Per molti di noi è stata la costruzione della nostra identità di uomini e donne di uno spazio libero e condiviso, di una comunità che parla lingue diverse ma che è unita da un comune destino. Ancora oggi, incontrare o sentire i miei amici con cui ho condiviso un pezzo di cuore e vita a Leiden è una delle cose più emozionanti e vitali che posso fare. Ci sentiamo dei privilegiati, ci sentiamo parte di una storia più grande di noi che dovunque andremo ci apparterrà.
Anche per questo la terribile notizia della tragica morte degli studenti in Catalogna, delle sette nostre ragazze, mi lascia sgomento e ferito. Non conosco le loro storie, ma sono le nostre storie. Non conosco le loro famiglie, ma sono le nostre famiglie. Non è solo cordoglio nazionale, ma è un lutto più intimo come se fosse capitato ai miei cari. E non ci sono ulteriori parole. Solo tanto affetto e solidarietà per le famiglie delle vittime. Siete nelle nostre preghiere.
Francesco Nicodemo