La bufala delle nuove trivellazioni della Croazia nel mar Adriatico

lunedì, 4 aprile 2016

Nei giorni scorsi è stata condivisa molto su Facebook una cartina che mostra le 29 nuove “trivellazioni” nel mar Adriatico decise dalla Croazia.

Come ben spiega il docente Gianluca Ruggeri sugli Stati Generali di Jacopo Tondelli e Lorenzo Dilena questa cartina è assimilabile a una bufala, anche se ha un fondo di verità. Infatti, la cartina riguarda concessioni autorizzate ma poi sospese a tempo indefinito, tanto che praticamente nessuna nuova trivellazione al momento è stata avviata. Le multinazionali americane che avevano ottenuto la concessione vi hanno rinunciato, e l’anno scorso il governo di centrosinistra poi uscito sconfitto alle elezioni aveva adottato una moratoria sulle nuove trivellazioni vista la loro forte impopolarità. Una decisione confermata dal nuovo esecutivo di centrodestra insediatosi dopo lunghe trattative per la formazione del nuovo governo. Un aspetto da rimarcare, che ne qualifica ulteriormente l’aspetto di notizia scarsamente veritiera, almeno nella sua presentazione, è rappresentato dal fatto che nella cartina sono state mostrate anche concessioni al di là delle 12 miglia marine. In Italia si potrà “trivellare” oltre questa soglia, anche in caso di vittoria del sì al referendum. Quindi il paragone proposto con il referendum sul nucleare ha davvero poco senso. In queste settimane sia il fronte del sì che il fronte del no hanno caratterizzato la loro campagna con la diffusione di informazioni poco o per nulla veritiere. Sui media tradizionali prevale l’indignazione verso le bufale “ambientaliste”, ma a esser onesti pure i contrari al referendum non si sono certo risparmiati. Per quanto riguarda le forze che sostengono o avversano la consultazione del 17 aprile oggi verrà ufficializzata la posizione del Partito Democratico. Dovrebbe prevalere la libertà di coscienza, invece dell’astensione propugnata da Matteo Renzi, dai ministri e dalla maggioranza dei parlamentari. Enrico Rossi, presidente della Toscana , regione che non ha condiviso con le altre 10 il percorso che ha poi portato al referendum, ha annunciato il suo sì in un’intervista al “Corriere della Sera”. Rossi ha affermato il suo voto favorevole al quesito referendario “obtorto collo, perchè non sono un fondamentalista ambientalista, come tanti che assolutizzano e dicono un secco no alle trivelle”. Il sì del presidente toscano si riferisce al vero merito della consultazione, rimarcando come “come l’idea di una concessione perenne sia contraria ad alcune regole europee sulla libera concorrenza”. Il referendum infatti punta a modificare la possibilità di autorizzare le trivellazioni in deroga allo scadere della concessione, non a chiuderle, o autorizzarne di nuove(le posizioni non veritiere del no e del sì).

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