La vignetta di Vauro su Casaleggio è capace di far pensare, senza ipocrisia

mercoledì, 13 aprile 2016

Si può fare satira sulla morte di una persona, quando rappresenta un grande evento politico, ovvero il campo di azione della stessa satira? Vauro l’ha fatto, suscitando molte polemiche sui social media per questa vignetta.

La morte di Casaleggio rappresentata da Vauro stimola a una riflessione profonda sul significato politico di Gianroberto Casaleggio. L’uomo che “manovrava” Beppe Grillo, il fenomeno politico più importante degli ultimi 6 anni di storia italiana ( Renzi, che forse lo sarà di più, non è neanche pensabile senza l’affermazione del M5S). Vauro ironizza su questo aspetto, e traccia una sua personale valutazione sugli effetti della scomparsa del cofondatore. La vignetta, che ha tratti raffinati, è capace di far pensare, e come caratteristica dell’autore non ha alcun velo di ipocrisia. Tanto da apparire a molti come una mancanza di rispetto; un sentimento comprensibile vista l’emozione suscitata dalla morte di Gianroberto Casaleggio, ma che in realtà non lo è, almeno a mio modesto parere. La scomparsa dell’imprenditore che ha dato vita assieme a Beppe Grillo al M5S ha generato una fortissima reazione, e un carico di cordoglio e commozione anche inaspettato. Casaleggio è stato una figura politica controversa, come molti leader, e le tante critiche ricevute in vita si sono spente per la sorpresa di una morte arrivata improvvisa, che ha posto fine a un lungo dolore privato tenuto nascosto. La contraddizione tra il personaggio pubblico Casaleggio e l’uomo, così riservato, ha probabilmente generato l’empatia collettiva osservata per il suo decesso. Per chi fa satira, come anche per  chi fa informazione, è però giusto non fermarsi al solo dolore e cordoglio per la morte di una persona così rilevante per il nostro Paese.

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