L’impressionante aumento dei bambini kamikaze condannati a morire dai Boko Haram

mercoledì, 13 aprile 2016

Unicef ha diffuso un’impressionante statistica sui bambini kamikaze utilizzati dai Boko Haram, la milizia islamica nigeriana legata all’ISIS  da ormai diverso tempo. Nel 2014 i bambini prigionieri dei fondamentalisti e costretti a morire per colpire obiettivi terroristici in attentati suicidi erano 4. Nel 2015 invece sono stati ben 44. Un aumento impressionante, che testimonia la crudeltà dell’organizzazione jihadista.  I dati, diffusi dall’Unifcef in occasione del secondo anniversario del rapimento di più di 200 ragazze dalla città nigeriana di Chibok, dimostrano che i bambini sono stati utilizzati in metà degli attacchi in Camerun, in un’occasione su otto in Ciad e una su sette in Nigeria, scrive “La Stampa”. Le ragazzine tra i 13 e i 15 anni, che spesso vengono drogate, rappresentano i tre quarti dei baby-kamikaze nel 2015. L’attentatore più giovane si crede avesse otto anni. L’aumento così rilevante dei giovanissimi costretti a morire come attentatori suicidi è spiegata dalla nuova strategia dei Boko Haram, che hanno moltiplicato questa tipologia di attacchi, passati da 32 a 151. Un tipo di azione perpetrata al di fuori della Nigeria, il Paese dove la milizia islamica è stata fondata ormai molti anni fa, e dove occupato diverse porzioni del vasto territorio statale. L’abuso criminale sui bambini compiuto dai Boko Haram ha un altro effetto molto negativo. La trasformazione dei giovanissimi in armi omicide rende più difficile il reintegro dei piccoli nelle loro comunità. Unicef rimarca come diversi siano stati rifiutati proprio perchè si temeva potessero compiere attentati suicidi.

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