La visita di Francesco a Lesbo svanisce in fretta dagli schermi tv ma resterà nel cuore e nella memoria

domenica, 17 aprile 2016

Francesco è un papa che divide le coscienze, irrita numerosi avversari, denuda l’ipocrisia dell’accordo sui profughi tra Unione Europea e Turchia. L’impressione è che sui giornali il suo importante viaggio a Lesbo sia stato preso sottogamba, come un gesto simbolico condannato all’irrilevanza pratica. Un papa di minoranza? Certo, è così. Svaniranno in fretta dai teleschermi le sue immagini seduto a tavola con i profughi in fuga dalla guerra, le sue carezze ai bambini in lacrime. Ma restano ugualmente potentissime. Lavoreranno nel profondo delle coscienze, nei cuori e nella memoria dei popoli del Mediterraneo e di tutta l’Europa. Interloquiscono con una vasta generazione cosmopolita di volontari e di persone consapevoli del passaggio storico cruciale che stiamo vivendo. Di questo dobbiamo ringraziarlo, e confidare nel valore profetico della sua azione che s’intreccia con altre sensibilità collettive, più vaste di quanto il cinismo della politica riesca a comprendere.

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