Contenti? Ora i barconi partono dall’Egitto e affondano durante un viaggio troppo lungo

lunedì, 18 aprile 2016

Giunge stamattina la segnalazione di quattro barconi affondati al largo delle coste egiziane con circa quattrocento migranti a bordo. L’ennesima strage del Mediterraneo.
E’ già da alcune settimane che a Lampedusa e negli altri approdi siciliani arrivano imbarcazioni partite dall’Egitto, anziché dalla Libia. Le mafie degli scafisti, cui abbiamo regalato il monopolio sulle rotte di navigazione, sono leste nel riorganizzare le loro basi. Con o senza l’appoggio tacito delle autorità locali.
Quando Filippo Grandi, alto commissario per i rifugiati delle Nazioni Unite (Unhcr) invoca l’apertura di corridoi umanitari, cioè trasporti sicuri per i profughi e i migranti, sa quel che dice. Così come quando ribadisce l’impossibilità di arrestare il flusso sigillando tratti di costa. Blocchi in Turchia, si sposteranno altrove.
E’ una tragedia immane cui l’Europa sembra saper rispondere solo con la logica del respingimento. Dietro c’è il calcolo indicibile che la morte di tanti innocenti funzioni da disincentivo alla partenza degli altri: un calcolo già rivelatosi tragicamente fallace, che ricopre di vergogna chi lo sta mettendo in pratica.
Invano tante persone di buona volontà chiedono che torni a prevalere l’obbligo del soccorso e lo spirito di umana fratellanza. Neanche papa Francesco viene ascoltato. Assumere come priorità la salvaguardia delle vite dei migranti è una rivolta morale che almeno le forze politiche di sinistra dovrebbero assumere in cima alla loro azione.

I commenti sono chiusi.

I commenti di questo blog sono sotto monitoraggio delle Autorità. Ti preghiamo di mantenere i toni della discussione entro i limiti di buona educazione e netiquette in essere come regole del blog. Inoltre usa con moderazione i seguenti comandi di formattazione testo.