La ridicola accusa a Francesco di ispirarsi alla Trilateral sull’accoglienza per i migranti

mercoledì, 20 aprile 2016

Papa Francesco ha definito i migranti un dono, chiedendo scusa per l’ostilità subita da chi scappa da guerre e miseria nei propri Paesi, in questo videomessaggio inviato al Centro Astalli. Il pontefice ha rimarcato come i rifugiati che bussano alle nostre porte abbiano il volto di Dio e la carne di Cristo. “La vostra esperienza di dolore e di speranza ci ricorda che siamo tutti stranieri e pellegrini su questa Terra, accolti da qualcuno con generosità e senza alcun merito”.

Un messaggio pienamente evangelico, condivisibile o meno che sia. Le parole di Francesco sono sicuramente distanti anni luce dal tremendismo che da anni impera in Italia, sui media così come in larga parte della politica. Matteo Salvini si è perfino spinto a dare una lezione al Papa, rimarcando come nel catechismo l’accoglienza sia definita un valore se se gestita nel limite del possibile. Il quotidiano “Libero” è riuscito a fare purtroppo di peggio, notando la consonanza tra il messaggio del pontefice e uno dei tradizionali obiettivi dei teorici della macchinazione, la commissione Trilateral. Nella riunione svoltasi a Roma settimana scorsa, si legge sul giornale diretto da Maurizio Belpietro, che cita un articolo del “Corriere in merito, ” è emerso l’orientamento a rovesciare i termini del dibattito in corso nei Paesi sviluppati su rifugiati e immigrazione mettendo in evidenza gli aspetti positivi per le società europee. Insomma, i membri dell’organizzazione di David Rockefeller sono molto favorevoli alle migrazioni di massa. Per loro la migrazione è un dono: fornisce manodopera a basso costo, destabilizza gli Stati nazionali…”. Il complottismo demplutogiudaico ascrivibile alla guida della Chiesa cattolica mancava, in effetti. Nel pezzo di “Libero” si rimarca come l’incontro sull’immigrazione svoltosi durante la riunione della Trilateral sia stato presieduto da Peter Sutherland, alto funzionario Onu in materia di migrazioni e in passato dirigente di multinazionali come BP e Goldman Sachs, e “socio” del gruppo Bilderger. “Eppure, notava ieri il Corriere, le posizioni sull’accoglienza di Sutherland e quelle di Francesco (che fra l’altro ha incontrato in udienza privata i rappresentanti della Trilateral) coincidono. Decidete voi chi è in buona fede e chi no”. Così si chiude il pezzo di Libero, che quantomeno ci lascia la scelta di dubitare sulla possibilità che il papa “sia in buona fede”, ovvero ispiri il suo messaggio al Vangelo e non ai voleri della Trilateral.

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