Non vorrei essere scortese, ma chi se ne importa del referendum costituzionale: è solo un diversivo

giovedì, 21 aprile 2016

Per quanto abile sia Renzi nell’imporre la sua agenda ai mass media, per quanto (ingenuamente) le opposizioni fantastichino che sia l’occasione per sgambettarlo… io continuo a dubitare che il referendum confermativo senza quorum d’autunno sulla riforma costituzionale verrà vissuto come una scadenza importante dai cittadini italiani. Diciamo che Renzi sta costruendosi da solo le regole di una competizione cui assegna unilateralmente il valore della sfida decisiva (se non vinco me ne vado), ma che esula dalle scelte più difficili che l’Italia si trova davanti: la guerra, il flusso migratorio, l’azione di contrasto alla povertà, l’occupazione stabile che torna all’ingiù, i trattati europei da rivedere. Il referendum costituzionale a me pare un diversivo rispetto alle questioni cruciali che incidono nella vita quotidiana degli italiani. Un diversivo, sì, per non dire un trappolone. Spero che la sinistra interna ed esterna al Pd non ci caschi e lo tratti per la scadenza poco rilevante che è. Altre sono le scelte di contenuto su cui eventualmente dividersi.

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