Fortezza, la stazioncina di montagna dove l’Austria sogna di tornare asburgica filtrando gli immigrati

giovedì, 28 aprile 2016

Un nome, un programma: si chiama Fortezza il paese della Valle dell’Isarco, 35 km a sud del confine del Brennero, nella cui stazione ferroviaria i poliziotti di frontiera austriaci vorrebbero effettuare controlli di documenti preventivi. Imponendo questo filtro in territorio italiano come unica condizione possibile per rinunciare alla rete metallica e al rallentamento del traffico (velocità massima 30 kmh) sul Brennero.
Così il minuscolo paese di Fortezza, che eredita il nome da una fortificazione asburgica ottocentesca, dovrebbe elevarsi a simbolo di un’improbabile Fortezza Europa che sbarra il passo all’immigrazione dalla sponda sud del Mediterraneo. La sproporzione ha del ridicolo, ma immagino l’amarezza che ne proverebbe Alexander Langer, cittadino europeo cosmopolita, nato 19 km più a nord di Fortezza, a Vipiteno, di fronte a una simile pretesa.
Riesumare frontiere cancellate dal progresso dell’integrazione europea, comporta anche la riapertura di antiche ferite. Non a caso oggi l’indipendentista sudtirolese Eva Klotz lamenta il destino della popolazione di lingua tedesca della provincia di Bolzano venuta a trovarsi “dal lato sbagliato del confine”. Quando si preme il pedale della chiusura in se stessi, si provocano effetti imprevedibili di disintegrazione.

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