Manette facili e senso delle proporzioni: la turbativa d’asta è meno pericolosa dello spaccio di droga?

mercoledì, 4 maggio 2016

Non sono in grado di valutare se il provvedimento di custodia cautelare emesso nei confronti del sindaco Uggetti e dell’avvocato Marini fosse davvero necessario ai fini del buon esito delle indagini. O se si tratti di un “arresto sproporzionato” come riporta nel suo titolo di prima pagina “Repubblica”, attribuendo questo giudizio genericamente a esponenti del Partito Democratico che peraltro non mi risulta abbiano rilasciato dichiarazioni di questo tenore.
Il tema delle “manette facili” c’è, eccome, in Italia come in altre democrazie d’Europa e d’America. Non sempre la carcerazione di un indagato è proporzionata al suo livello di pericolosità sociale. E ancora meno spesso -in Italia, qui purtroppo risalta a nostro sfavore un diverso livello di civiltà giuridica- si applicano forme di detenzione o controllo alternative al carcere.
Come al solito dobbiamo chiederci però se la nostra sensibilità in materia di restrizioni della libertà personale non si accenda solo quando ci vanno di messo dei colletti bianchi, ovvero persone a noi più “simili”. Dal punto di vista dei danni inferti alla collettività, siamo proprio sicuri, ad esempio, che una turbativa d’asta sia meno pericolosa dello spaccio di droga per strada o di altri reati comuni per cui finiscono in carcere tante persone che vivono ai margini della nostra società?
Può darsi, ribadisco, che la reclusione del sindaco e dell’avvocato di Lodi sia un provvedimento eccessivo. Mi auguro che non restino a lungo dietro le sbarre, nell’attesa di un giudizio secondo le procedure previste. Ma la pubblica riprovazione nei confronti di un palese tentativo di aggiramento delle normative di legge in materia di appalti pubblici, quand’anche esso venga giustificato “per il bene della collettività”, dovrebbe essere unanime fino a compromettere la reputazione di chi riveste incarichi di rappresentanza istituzionale. Su questo punto Piercamillo Davigo ha ragione da vendere: ci siamo gravemente desensibilizzati al rispetto delle regole. Quanto alle “manette facili”, la critica deve valere per tutti, che ci si chiami Simone o Mohamed.

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