Due quotidiani tradizionali punti di riferimento del berlusconismo, “Il Foglio” e “Il Giornale” si compiacciono nei loro editoriali di venerdì 6 maggio 2016 della nuova linea de La Repubblica sulla magistratura. I toni più duri, come di consueto, arrivano dal fondo di Alessandro Sallusti, che dà il benvenuto a Francesco Merlo per le sue critiche alle motivazioni dell’arresto del sindaco di Lodi. ” Benvenuto, collega Merlo, tra i resistenti. Mi chiedo però dove eravate, tu e il tuo giornale, quando altri pm e altri gip facevano carne di porco del centrodestra e del suo leader Silvio Berlusconi”. La risposta arriva subito dopo. ” Siete stati complici della più gigantesca opera di disinformazione dal dopoguerra…Adesso, caro Merlo, che tocca a voi subire gogna e ingiustizia, frignate come bambini”. Sallusti chiede le scuse a La Repubblica per essere credibili nella sua “battaglia” contro la magistratura. In realtà non è proprio così, ma anche il “Foglio”, giornale ora più vicino a Renzi che a Berlusconi, per quanto piaccia il PD sopratutto se alleato con Forza Italia (e Verdini). In un editoriale intitolato “Solidarietà a Scalfari” il Foglio rimarca come la “portaerei del giustizialismo va registrando, negli ultimi tempi, un cambio di rotta”. Il quotidiano diretto da Claudio Cerasa rimarca le critiche all’inchiesta di Lodi scritte dal vicedirettore Gianluca Di Feo e da Francesco Merlo. Merlo, firma storica del giornale, ha scritto secondo il “Foglio” una sconfessione del “giustizialismo mesopotamico” seguito nel corso degli ultimi decenni. Pensionata sarebbe la Repubblica portavoce del giustizialismo manettaro legato al partito dei giudici.