Renato Soru, ti stimo ma non avresti mai dovuto fare il segretario del Pd sardo

venerdì, 6 maggio 2016

A Renato Soru, convinto di aver subito una condanna ingiusta per evasione fiscale (3 anni più varie pene accessorie, tutte sospese in attesa di sentenza definitiva), vorrei dire una cosa in confidenza: quando si è raggiunta una posizione sociale ragguardevole -per merito del proprio talento, non lo metto in dubbio- è sbagliato volerci aggiungere il di più di una responsabilità alla guida di un partito. Bisogna saper scegliere, neanche un primattore può permettersi troppe parti in commedia. Un imprenditore di talento come lui non doveva assumersi la rappresentanza di un grande partito popolare, neanche se a chiederglielo erano iscritti o elettori. Doveva rispondere: grazie, ma non è il caso. Posso impegnarmi per un periodo nel governo della cosa pubblica, posso rappresentare la Sardegna migliore al Parlamento europeo, ma la guida del partito è un’altra cosa. Avrebbe dovuto restare lontana da commistioni di qualunque natura patrimoniale e fiscale, legali o irregolari che fossero.
Volevo dirtelo, con immutata stima, perché l’imprenditore può e deve agire sul crinale delle regole, stando attento a non oltrepassarlo; il segretario di un partito deve invece restarne lontano. Sarà banale, ma milionario e capopartito al Pd non si confà.

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