Perchè gli italiani credono alle bufale: il problema è l’ignoranza diffusa

venerdì, 13 maggio 2016

Il Corriere della Sera di venerdì 13 maggio 2016 presenta Dare i numeri. Le percezioni sbagliate sulla realtà sociale, pubblicato dalle Edizioni Dehoniane di Bologna, il nuovo libro di Nando Pagnoncelli. L’Ad di Ipsos, sondaggista di fiducia del quotidiano, ha illustrato con numeri impietosi la significativa differenza tra percezione e realtà. ” Povera Italia! Il 49% è disoccupato! Il 48% ha più di 65 anni! L’età media è di 59 anni! Gli immigrati sono ormai il 26% cioè 15 milioni e mezzo! Il 20% del Paese è islamico! Aiutooo! Vi chiederete: ma da dove saltano fuori queste bufale? Questo è il problema: sono le convinzioni degli italiani. Così assurde da strappare una risata. Se non fossero cavalcate dalla cattiva politica…Esplora il significato del termine: Ed ecco i risultati che dicevamo: la disoccupazione, che pure è alta, è al 12%? Gli italiani sono convinti che sia addirittura al 49%: il quadruplo. L’Italia invecchia e quelli con più di 65 anni sono già il 21%? La percezione è che siano il 48% Ed ecco i risultati che dicevamo: la disoccupazione, che pure è alta, è al 12%? Gli italiani sono convinti che sia addirittura al 49%: il quadruplo. L’Italia invecchia e quelli con più di 65 anni sono già il 21%? La percezione è che siano il 48%”. Questo significativo problema di percezione favorisce il grande successo delle bufale, ormai diventato un vero e proprio business grazie al successo dei social media. Il successo delle bufale si spiega, purtroppo, con la scarsa alfabetizzazione dei nostri concittadini. “Dice lo studio Ipsos, condotto tra il 2014 e il 2015 prima in 14 e poi in 33 Paesi, che abbiamo un serio problema: l’ignoranza. E non solo perché, contando la sola popolazione adulta, il 57% degli italiani è appena alfabetizzato o in possesso della licenza elementare o al massimo media. È diffuso un «analfabetismo numerico»: «non hanno dimestichezza con i numeri e le percentuali, faticano ad orientarsi e a formulare stime corrette, finendo spesso col generalizzare, amplificando o attenuando significativamente la portata della realtà». Peggio: si formano nelle loro opinioni sul «sentito dire”.

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