Il “moderato” Parisi già mollato da Salvini che raduna i leghisti a Milano da soli, senza candidato sindaco

mercoledì, 25 maggio 2016

Primi effetti di sconfitta austriaca sui fascioleghisti nostrani. “Non sono stato invitato, è una loro manifestazione nazionale”: così ha risposto Stefano Parisi, candidato sindaco del centrodestra milanese, a chi gli chiedeva come mai il suo nome non compaia tra i protagonisti della manifestazione convocata da Matteo Salvini domenica 29 giugno davanti alla Stazione Centrale. In un primo tempo era stata annunciata come raduno di tutti i leader della coalizione in sostegno a Parisi: Pareva davvero il museo delle cere: Lupi, Albertini, Berlusconi, Gelmini, La Russa, De Corato in aggiunta al “giovane” Salvini.
Poi si è venuti a sapere che la Lega preferiva fare da sola, considerandosi ormai la prima forza politica del centrodestra milanese. Da ultimo si scopre che non ha invitato a presenziare neanche il candidato sindaco con cui mal si sopportano.
E’ chiaro a tutti che la sconfitta del Fpoe in Austria indebolisce l’aspirazione fascioleghista a conquistare il governo in Italia trascinandosi dietro in posizione subalterna gli altri spezzoni della destra. Ma è altrettanto chiaro che la Lega non sopporta di farsi comandare da un personaggio come Stefano Parisi che dice il contrario di quel che pensa Salvini su Europa, privatizzazioni, immigrati. Finchè Parisi serviva come foglia di fico, bene; Salvini era disposto anche a mettere il silenziatore. Ma ora che l’offensiva della destra tende a esaurirsi in una campagna elettorale stanca e ripetitiva, Salvini si riprende la sua libertà. Vedrete come le sparerà grosse domenica a Milano, dopo aver già insultato Giorgio Napolitano definito “vecchio arnese comunista” e “da ricoverare”.
La foglia di fico Parisi domenica girerà al largo, e con ciò stesso rivela la sua inutilità.

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